La sfida per le presidenziali sta diventando davvero imprevedibile, con una corsa che per i Repubblicani si apre con uno scenario per nulla facile da gestire, malgrado l’impopolarità di Barack Obama e i sondaggi che lo darebbero perdente contro il candidato di punta del GOP, Mitt Romney. Adesso si attende l’esito in South Carolina, uno stato conservatore che non ama granché le posizioni centriste o, addirittura, liberal dei politici. Qui si gioca il futuro politico dell’ex governatore del Massachussetts, perché è evidente che un suo insuccesso porterebbe a riaprire clamorosamente i giochi per la nomination.
L’ultimo dibattito sembrerebbe rilanciare la tesi per cui la nomination per Romney sarebbe tutt’altro che scontata. Si apre con una domanda sorprendente dell’anchorman della Cnn, John King, che chiede all’ex speaker della Camera, Newt Gingrich, se sia vero quanto dichiarato poche ore prima dalla sua seconda ex moglie, per cui egli le avrebbe chiesto un matrimonio “aperto”, accettando cioè un’amante.
Gingrich non è parso minimamente in difficoltà e ha risposto che è davvero sorprendente aprire un dibattito presidenziale con una domanda del genere, quando i media sono sempre molto generosi con Obama. Standing ovation del pubblico in sala, mentre l’uomo sembra reggere perfettamente ai colpi del giornalista e sembra il più preparato riguardo all’economia, elencando gli insuccessi dell’amministrazione Obama.
A preoccupare Romney dovrebbe anche esserci il fortissimo brusio che si è levato dagli spettatori, quando King gli chiede se sia imminente la pubblicazione della sua dichiarazione dei redditi e il candidato risponde di no.
A conferma della fase difficile che il mormone starebbe attraversando ci sono poi gli ultimi sondaggi di Rasmussen e Public Policy Polling, che darebbero nel South Carolina Newt Gingrich in vantaggio.
Se così fosse, anche il voto in Florida sarebbe un test molto difficile da superare per Romney, con la nomination che si allontanerebbe sempre più e la confusione che crescerebbe tra i Repubblicani, con tante grazie di Obama, che continua a registrare tassi di popolarità molto bassi, ma che adesso punta a restare alla Casa Bianca, per le divisioni degli avversari e la loro incapacità a trovarsi compatti attorno a un leader.