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Joseph Losey, ospite della retrospettiva della 30° Edizione del Torino Film Festival

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Selene Virdò

Gli organizzatori del Torino Film Festival sono orgogliosi di annunciare, che per la prossima edizione della manifestazione, la 30esima, che si svolgerà nella seconda metà del mese di novembre 2012, sarà allestita una retrospettiva dedicata al regista americano Joseph Losey. A cura del critico cinematografico nonché coordinatrice del festival, Emanuela Martini, verranno presentati 37 lungometraggi e cortometraggi diretti dal suddetto autore, con l’aggiunta di un volume di saggi e testimonianze pubblicato dalla casa editrice Il Castoro.

Paragonato a colleghi altrettanto bravi come Bergman e Antonioni, maestri entrambi dell’analisi particolareggiata delle complicate dinamiche psicologiche, sociali ed esistenziali dei personaggi dei loro film, Joseph Losey, nato nel 1909 a La Crosse (Wisconsin), iniziò la sua carriera di cineasta nel 1948, per conto della RKO, con il film fantasy intitolato “Il ragazzo dai capelli verdi“, per proseguire con il remake di “M – Il mostro di Dusseldorf” di Fritz Lang.

Nel 1951, decise di scegliere l’Italia come location per l’opera “Imbarco a mezzanotte“, mentre nel 1957 fu l’autore del coinvolgente thriller “L’alibi dell’ultima ora“, ambientato in Inghilterra e incentrato sullo spinoso problema della pena di morte, argomento che al giorno d’oggi suscita ancora diverse perplessità, e pareri piuttosto discordanti sulla sua attuazione.

Inoltre, tra i generi cinematografici trattati da Losey, troviamo il noir con “L’inchiesta dell’ispettore Morgan” e “Giungla di cemento“, il mélo in costume con “La zingara rossa“, e la fantascienza a marchio Hammer con “Hallucination“. Invece, nel 1962 è la volta di “Eva“, sinistro ritratto della femme fatale Jeanne Moreau, per continuare nel 1963 con “Il servo“, il più grande capolavoro di Joseph Losey, sceneggiato dal drammaturgo Harold Pinter, e tratto da un romanzo di Robin Maugham.

Nel 1967 e nel 1971, abbiamo ancora rispettivamente i lavori intitolati “L’incidente” e “Messaggero d’amore“, rappresentazioni crudeli dell’oppressione e della falsità dei ceti borghesi. Infine, sono da ricordare “Caccia sadica“, con l’inseguimento spasmodico tra fuorilegge e polizia, “Una romantica donna inglese“, riguardante l’esistenza quotidiana di una coppia in crisi, “Don Giovanni” e “Steaming, il bagno turco“, l’ultimo film di Joseph Losey diretto prima della sua morte, avvenuta a Londra il 22 giugno 1984.

Che altro dire? Non rimane che incominciare il conto alla rovescia per l’arrivo del Torino Film Festival 2012

 

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Selene Virdò