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Sanremo nel mirino, anche Garimberti contro Celentano, ma lui fa miracoli: Di Pietro e Bondi amici per un giorno

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Giuseppe Di Spirito

Le reazioni alla prima serata del festival di Sanremo sembrano susseguirsi a ritmo incessante, ma la più significativa appare la mossa “tattica” del Dg Rai, Lorenza Lei, che ha inviato d’urgenza il vicedirettore generale per l’offerta, Antonio Marano, a supervisionare l’organizzazione; una decisione che ha infastidito non poco il conduttore Gianni Morandi che si è chiesto il perchè di tale decisione, ed ha messo le mani avanti rispetto ad un eventuale flop delle prossime serate, nel caso giungessero “diktat” su come strutturale. Ma è toccato anche al presidente Rai, Paolo Garimberti, prendere una posizione di netta contrarietà nei confronti delle esternazioni di Adriano Celentano, che hanno quasi monopolizzato le notizie riguardanti la manifestazione, additando il molleggiato come un “disinformatore” che invita ad una censura volgare e gratuita della Chiesa e di altre Istituzioni, e da cui il Servizio Pubblico “non può che dissociarsi”.

“La libertà è sacra ed è sacra, anche quella di Adriano Celentano. La libertà però deve essere esercitata con responsabilità e rispetto. Perché altrimenti non è libertà, è qualcosa di profondamente diverso che rende persino le provocazioni insopportabili” scrive quindi Garimberti nel suo comunicato, deplorando quel vero e proprio sermone senza contraddittorio che ieri ha raggiunto quasi il 50% dello share, un risultato tra l’altro ottimo dal punto di vista dell’audience. Oltre ai quotidiani cattolici, anche la Consulta era stata oggetto degli di Celentano, ed a tal proposito il presidente della Rai attacca e si sofferma sul fatto di aver sentito citare l’articolo uno della Costituzione, recitando che “la sovranità appartiene al popolo” ma senza curarsi di aggiungere “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

In una situazione del genere era lecito aspettarsi qualche reazione sul fronte politico, e non è tardata ad arrivare quella di Antonio Di Pietro, tirato direttamente in ballo sulla questione dei referendum abrogativi del “Porcellum”, annullati poi dalla Corte Costituzionale per motivi tecnici. Difesa a spada tratta del molleggiato, ovviamente, da parte del leader di Idv, che ricorda ai dirigenti di Viale Mazzini il lusinghiero risultato di pubblico ottenuto dalla prima serata, ed invita a commissariare proprio la Rai, invece che Sanremo: “Forse alla signora Lorenza Lei i programmi che vanno troppo bene e le voci libere danno fastidio. Cosi’, dopo aver messo alla porta Michele Santoro, che da solo tirava un’intera rete, facendo una vera informazione, adesso ha avuto la bella idea di provarci anche con Celentano che le ha portato 14 milioni di spettatori”.

Ma se Di Pietro si è sentito invitato a nozze, ed ha avuto gioco facile nel muoversi tra le polemiche roventi che da tempo già gravitano intorno al Cda Rai, ed ora anche intorno a Sanremo, stupisce forse che abbia fatto sentire la sua voce anche Sandro Bondi, ex-ministro ed oggi coordinatore del Pdl, che stranamente ha deciso di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte, affermando in una nota che si è trattato, comunque, di una difesa della religione, e non il contrario:  “Al di la’ di certe sgradevoli provocazioni, l’apparizione ieri sera al festival di Sanremo di Adriano Celentano puo’ essere letta come un imprevedibile e commovente discorso sulla fede, un discorso pieno di pieta’ religiosa sulla vita e sulla morte, un discorso sull’amore che e’ il segno distintivo del cristianesimo“.

Intanto, in un pezzo pubblicato sul sito web del Sacro Convento di Assisi, anche i frati francescani hanno ritenuto di dover dire la loro, chiarendo che da sempre seguono “con interesse” i discorsi di Celentano, specie quando arrivano a toccare temi come la pace e la giustizia, ma ieri sono rimasti molto male, ascoltandolo: “Per cio’ che ci riguarda prenderemo in seria considerazione i richiami del Molleggiato. Ma non si puo’ cosi’ demagogicamente e irriguardosamente sparare su tutto e su tutti, dimenticando milioni di uomini e donne di chiesa, che ogni giorno, col dono della vita, sono portatori di speranza e di paradiso.” Insieme alla solidarietà per Avvenire e Famiglia Cristiana, i francescani concludono la nota assicurando che continueranno “a voler bene al Ragazzo della via Gluck” auspicando comunque un suo ripensamento.

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Giuseppe Di Spirito