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Sulla Rai il Pdl contro tutti, scontro a distanza tra Gasparri e Pippo Baudo

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Giuseppe Di Spirito

Ormai è certo: la Rai si conferma terreno di scontro durissimo tra i partiti che compongono la maggioranza di governo, ancora più delle questioni su lavoro, giustizia, economia su cui (per il momento) sembra esserci una sorta di tregua costruttiva. Stavolta è il Terzo Polo ad accendere la miccia delle polemiche, dopo l’appello a sorpresa di Gianfranco Fini che ha parlato della necessità di “commissariare” l’azienda di Viale Mazzini, oggi seguito a ruota dal leader Udc Pier Ferdinando Casini, che arrivato a Roma presso la manifestazione “Cambiare la politica, cambiare l’Italia” ha detto di essere “totalmente d’accordo” col Presidente della Camera.

Ma l’informazione, si sa, è uno dei nervi scoperti del Popolo della Libertà, anche e soprattutto perchè la legge attuale che regolamenta il sistema radiotelevisivo porta la firma di un suo esponente di primo piano, ossia Maurizio Gasparri, capogruppo del partito al senato ed in prima linea quando si tratta di far muro contro ogni ipotesi di “colpo di mano” sull’attuale dirigenza della Rai.

Intervistato a Sky Tg24, Gasparri rigetta con sdegno l’idea di un commissario, parlando di “atto illegittimo, incostituzionale, ingiustificato” visti pure i dati del bilancio aziendale, e ribadisce per l’ennesima volta che sulla materia “governance” rimangono validi i pronunciamenti della Consulta (che indicherebbero modifiche per via parlamentare e non in autonomia dall’esecutivo) anche se risalenti agli anni ’70: “Monti lo sa perfettamente e lo sa anche il Presidente della Repubblica”. Arrivano anche strali contro nientemeno che Pippo Baudo, che dalle colonne del Corsera ha dipinto un quadro a tinte fosche della situazione, affermando anche che “la legge Gasparri fa schifo” e che la Rai ormai è una “…azienda moribonda, senza più uno straccio di progetto culturale, seviziata dalla politica…”. A questo punto l’esponente del Pdl non ci ha pensato due volte a consigliare al presentatore di “starsene a casa” essendo “…un conduttore finito che per farsi notare deve insultare il prossimo…”.

Ovviamente sul fronte opposto la situazione è capovolta, come conferma Matteo Orfini, responsabile informazione e cultura del Pd, che ha gradito le esternazioni di Fini e Casini: “L’annuncio del passo indietro del Terzo polo sulle nomine Rai va nella direzione giusta. Siamo certi che presto anche il Pdl farà la stessa cosa, comprendendo che il tempo della lottizzazione è finito per sempre, con buona pace di Gasparri”.

Perplesso invece Giorgio Merlo, vicepresidente Commissione Vigilanza Rai, che si chiede chi siano i politici che mirano ad un progetto di privatizzazione della Rai, che lo vede contrario, ma concorda sulla necessità di voltare pagina: “Qualsiasi ipotesi di proroga dell’attuale Cda della Rai o di nomina di un nuovo Cda con l’indecente legge Gasparri è fuori discussione”

Intanto, Antonio Di Pietro fa sapere a mezzo Facebook che la posizione di Idv si discosta da tutti gli altri: “Noi dell IdV, che non abbiamo mai voluto partecipare a spartizioni di poltrone, presenteremo una proposta di riforma al convegno che terremo il 27 marzo sulla Rai“.

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Giuseppe Di Spirito