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Beppe Grillo sguaiato chiede una Norimberga per i politici italiani

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Giuseppe Timpone

Beppe Grillo è letteralmente su di giri. I sondaggi danno il suo Movimento a 5 stelle oscillante tra un abbondante 4% e il 7%, sufficiente per creare un terremoto politico, qualora queste percentuali dovessero essere confermate alle elezioni politiche del 2013 o essere tali alle amministrative di questa primavera, che decideranno le sorti di centinaia di consigli comunali e sindaci. Con i grandi partiti in picchiata e un livello di malcontento che non si era mai visto in queste proporzioni in Italia, ora che la Lega sembra fuori gioco e lo sarà per mesi, per via della batosta subita con le indagini sulla gestione dei suoi finanziamenti, il comico genovese potrebbe trovarsi praterie elettorali davanti a sé, specie in alcune aree del Paese, dove già negli ultimi due anni ha raccolto risultati più che soddisfacenti.

E così, in questi giorni la sua attività è tutta un comizio, come quello tenuto a Varese o ieri sera a Novara. Piemonte, Lombardia, la sua Liguria, sono queste le regioni in cui si concentra l’offensiva del comico, rinvigorito anche dalle critiche di Bersani e Vendola, che confermano la sensazione che la sinistra abbia paura di lui.

E così, non sono affatto casuali le affermazioni di Grillo a Varese, la città di Umberto Bossi, dove sostiene che il Senatùr in canottiera andava bene, ma poi è entrato nel sistema marcio ed è marcito tutto. Non un attacco all’ex capo della Lega, ma quasi una dichiarazione scientifica, con cui si sottolinea un ritornello che è tipico tra gli elettori nordisti, ossia che il Carroccio ha commesso errori, quando è sceso a Roma. Un modo per attirare il consenso in libera uscita dalla Lega e per rinfoltire le fila ormai spesse degli elettori delusi, che al prossimo giro potrebbero votare le 5 stelle grilline, per disperazione.

Ma l’attacco più duro contro la politica è arrivato da Novara, dove Grillo ha sfoggiato tutto il suo odio contro una classe politica, accusata di avere distrutto una nazione. Affermazioni violente, durissime, ma che in una fase come questa riscontrano il favore popolare e difficilmente riescono ad essere contrastate con efficacia dagli interlocutori. Grillo ha chiesto che i politici vengano processati, che si crei in Italia una “norimberghina”, riferendosi al tribunale di Norimberga, che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale processò i più importanti gerarchi nazisti.

Insomma, un attacco senza precedenti contro la classe politica, condito da molte invettive, anche se da una nullità di proposte.

Certo, i partiti stanno dando il “meglio” di loro ancora una volta, non solo non rinunciando al finanziamento pubblico (bocciato con il 90% dei voti con referendum del 1993), ma addirittura difendendolo, nel segno di una politica autonoma dalle lobby. Farneticazioni, che rischiano di rendere le dichiarazioni di Grillo non solo accettabili, ma persino condivisibili a livello di opinione pubblica ufficiale.

E il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, cerca di sdrammatizzare e di esorcizzare il timore di un nuovo soggetto antagonista e alternativo ai post-comunisti, sostenendo che si tratti solo di un fenomeno passeggero e mediatico. Il ché è in parte molto vero. Il problema per questo assetto politico-istituzionale è che se i grillini dovessero “momentaneamente” confermare l’anno prossimo le percentuali che vengono loro accreditate, il patatrac ci sarebbe lo stesso, e come.

Ieri, le stime del Fondo Monetario Internazionale confermavano quello che si va dicendo da settimane e mesi, ossia che l’Italia sarà in recessione anche nel 2013 e non centrerà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, cosa che potrebbe semmai avvenire solo nel 2017. Questo significa due cose. Uno: l’economia si metterà di male in peggio nei prossimi mesi e a pagare lo scotto saranno gli italiani di ogni classe sociale. Inoltre, man mano che entreranno in vigore le nuove imposte o gli aumenti di quelle che c’erano già, le tasche dei contribuenti saranno sempre più vuote, così come le urne e i consensi dei partiti che sostengono Monti. E’ la riflessione che fa anche l’ex premier Berlusconi, timoroso più della situazione economica e dei mercati che dalla ripresa delle inchieste contro di lui (a ridosso delle elezioni amministrative!).

Due: poiché l’obiettivo del pareggio di bilancio è visto come fondamentale sia dall’Europa che dai mercati, Monti potrebbe essere costretto a mettere mano a una ennesima manovra finanziaria, che passerebbe per altri aumenti di tasse e tagli alla spesa. Un mix esplosivo di rabbia popolare, dinnanzi alla quale le pur violente dichiarazioni di Grillo potrebbero diventare un nonnulla. E a questo punto, i partiti anti-sistema, come il Movimento a 5 stelle, potrebbero spiccare il volo.

Detto in soldoni, l’Italia di oggi ricorda tristemente la Germania della confusa, instabile e ingovernabile Repubblica di Weimar. Siamo in preda a un collasso delle istituzioni, auto-screditatesi negli anni, soffocati da una crisi che sta lasciando un’intera nazione senza prospettive e con una classe politica senza credibilità e quel minimo di consenso necessario per andare avanti. Ci aspetta una pagina nerissima per la storia repubblicana. E’ bene saperlo!

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Giuseppe Timpone