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Tensione nella Lega: sulla casa di Calderoli “solo fango” e Pini attacca le spese di Reguzzoni

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Giuseppe Di Spirito

Non si fermano le sorprese dell’inchiesta sui fondi neri della Lega Nord, e dopo l’articolo shock pubblicato oggi dal settimanale Panorama relativo a presunte attività spionistiche all’interno del partito, nei documenti acquisiti dai Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) di Roma spunta oggi anche il pagamento dell’affitto di una casa in via Ugo Bassi, occupata da Roberto Calderoli. L’ex ministro reagisce immediatamente a mezzo stampa, parlando di una “incredibile” campagna denigratoria a base di “fango” nei suoi confronti, e sbottando che non ci sarebbe nulla di illegale, misterioso o scandaloso in quanto scoperto, visto che si tratterebbe di una operazione fatta ufficialmente dal partito, la dotazione di una casa-ufficio in affitto per 2.200 euro al mese: “Io ne verso mensilmente 3.000 alla Lega Nord. Come ho già spiegato, da 10 anni svolgo l’incarico di coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, incarico che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana… per questo mio lavoro non ho mai percepito un’indennità e per anni il movimento mi ha soltanto riconosciuto un rimborso per le spese sostenute, rimborso che è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso“.

In difesa del collega interviene immediatamente anche la “triumvira” Manuela Dal Lago, che a sua volta ripete e condivide la stessa versione dei fatti e persino le espressioni di “ridicolaggini” e “fango mediatico” per sgonfiare quello che è diventato comunque il caso del giorno: “Siamo arrivati al punto che un movimento quale la Lega Nord non e’ nemmeno piu’ padrona di decidere come utilizzare le proprie risorse? E’ possibile che si metta alla berlina la scelta del movimento di dotare il proprio Coordinatore di un appartamento a Roma per consentirgli di svolgere al meglio la sua enorme mole di lavoro?”.

Ma il clima di delazione e tensione nel Carroccio non si allenta, probabilmente l’atmosfera è propizia per far riaffiorare vecchie ruggini, e c’è continuamente aria di “regolamento di conti”, ogni ora che passa. In mattinata il deputato leghista Gianluca Pini (ieri dato per possibile “spiato” da alcune indiscrezioni) è andato all’assalto del suo collega Marco Reguzzoni durante la trasmissione Omnibus su La7, dichiarando: “Quando scopro che il mio ex capogruppo ha speso in un anno 90mila euro con la carta di credito del gruppo qualcuno mi deve giustificare come cavolo son stati spesi”. La notizia è rapidamente rimbalzata sulle agenzie di stampa, piombando anche a Montecitorio, e cogliendo in Transatlantico la Dal Lago e il neo presidente del deputati padani Gianpaolo Dozzo, che non hanno preso bene la cosa e si son lasciati andare -pare- a qualche commento poco gentile, frasi a cui ha fatto seguito un chiarimento in disparte, un “faccia a faccia” tra Pini e Dozzo. Nel pomeriggio è arrivato anche un comunicato del gruppo Lega Nord alla Camera, che recita: “Le odierne dichiarazioni incaute e non documentate da parte di un nostro deputato rischiano di fare il gioco dei nostri detrattori. In un momento cosi’ delicato della vita del movimento e’ quanto mai necessario pesare le parole ed essere uniti”.

Il cosiddetto “caro Reguzzoni” però era stato anche oggetto di approfondimento sui social networks, in particolare su Twitter dove il deputato Giacomo Stucchi aveva acclamato le esternazioni del collega: “Bravo Pini controlliamo l’uso di tutti i fondi per i partiti, anche quelli dei gruppi”, incassando subito il ringraziamento dell’interessato che aveva persino rilanciato: “E’ bene sapere come qualcuno ha speso 90mila euro di carte di credito in un anno coi soldi del gruppo”.

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Giuseppe Di Spirito