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Soluzione in vista per i marò? Risarcite le famiglie dei pescatori e l’India bacchetta il Kerala: “La giurisdizione non è vostra”

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Giuseppe Di Spirito

Una giornata ricca di colpi di scena, tendenzialmente positivi, per la vicenda dei due marò italiani tenuti ancora agli arresti in India. Il fatto più interessante sembra l’incrinarsi dell’asse tra il Governo centrale e l’amministrazione locale, dopo che nell’ultima udienza presso la Corte suprema di Nuova Dehli l’avvocato dello Stato indiano ha accusato la polizia del Kerala di un abuso di autorità in relazione al fermo della Enrica Lexie, visto che l’incidente -per sua stessa ammissione- è avvenuto in acque internazionali. Inaspettatamente si prospetta quindi un nuovo asse Italia/India per mettere all’angolo il Kerala, che non appare ancora disposto a mollare le sue pretese.

Ommen Chandy, primo Ministro, è infatti intervenuto dopo poche ore in una Tv privata, ribadendo che ogni azione del suo Paese fin qui messa in opera è avvenuta “dopo consultazione con il governo centrale” e reclamando ancora una volta il diritto ad applicare le leggi del Kerala. E’ sicuramente vero che fino ad oggi il governo di New Delhi non sembrava particolarmente solidale con il nostro Paese, visto che il suo ministro degli Esteri aveva pubblicamente appoggiato la linea di pensiero di Chandy, e ci si chiede quindi se non vi sia una trattativa parallela per arrivare ad una soluzione della vicenda accettabile da tutti.

In quest’ottica va vista, forse, la seconda novità del giorno e cioè la notizia dell’accordo raggiunto su di un risarcimento di 10 milioni di rupie (circa 150.000 euro) da conferire ad ognuna delle due famiglie dei pescatori morti il 15 febbraio scorso, una intesa confermata oggi così dal ministro della Difesa, Gianpaolo di Paola: “Un atto di donazione e di generosita’ ex-gratia, al di fuori del livello giuridico, per rispetto della vita umana e delle sofferenze sociali che si sono verificate“. Un precedente tentativo di accordo per una cifra inferiore era già andato a vuoto, ma le continue consultazioni con i familiari delle vittime, i capi religiosi della comunità locale ed i legali della controparte hanno portato infine l’Italia a segnare un punto importante a suo favore, sebbene C. Unnikrishnan, uno degli avvocati delle famiglie dei pescatori, abbia voluto precisare che l’indennizzo estinguerà solo l’azione civile e non quella penale. Nella giornata di ieri, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre hanno potuto riabbracciare per la prima volta le rispettive famiglie, ed oggi Rosalba Ancona, moglie di Latorre, ha voluto diffondere un appello che suona come una richiesta di aiuto.

Citando i grossi problemi economici che la lontananza del marito sta causando, tra cui il distacco della fornitura di elettricità, la donna si rivolge in modo drammatico alla famiglia del marito ed alle istituzioni, per richiedere una urgente assistenza in particolare per i suoi tre figli (di cui uno di appena 22 mesi) citando infine anche Giorgio Napolitano: “Ringrazio il presidente della Repubblica per l’espressione di vicinanza che mi ha fatto pervenire, significa per me sentire davvero tutto il Paese vicino a noi. Purtroppo ora ci sono però pressanti esigenze, che non possono più attendere. Non da parte mia quanto da parte dei miei tre figli. E’ semplicemente imbarazzante dover dire parole di questo genere ma questa è la situazione e io chiedo aiuto, medico, psicologico e materiale, alle istituzioni, per l’esclusiva tutela dei tre bambini miei e di mio marito”.

La Corte Suprema di New Delhi si riunirà di nuovo il 30 aprile prossimo per continuare il dibattimento sul rilascio della petroliera Enrica Lexie ancora bloccata nel porto di Kochi.

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Giuseppe Di Spirito