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Categorie: News

Roma, riciclaggio e peculato: arrestati 14 professionisti

Published by
Bruno De Santis

Si sarebbero appropriati di somme ingenti riuscendo ad inserire in alcune procedure fallimentari dei crediti non esistenti: blitz della Guardia di Finanza nei confronti di numerosi professionisti di Roma. L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi e ribattezzata ‘Serial Gallo’, dovrebbe riguardare una serie di operazioni fittizie realizzate in alcune procedure fallimentari: avvocati, commercialisti e imprenditori fanno parte delle 14 persone arrestate dalla fiamme gialle della capitale.

L’accusa nei loro confronti è riciclaggio, peculato, falso e simulazione di reato. Secondo quanto si apprende, il danno causato dai professionisti finiti in manette ammonterebbe a diversi milioni di euro, almeno sette: la maggior parte di questi soldi sarebbe stata incassata da società estere, riconducibili a un noto faccendiere, attraverso accrediti su conti correnti esistenti presso istituti di credito svizzeri e ciprioti.

I guadagni illeciti ottenuti dalla truffa venivano poi riciclati anche attraverso investimenti in immobili: oltre agli arresti, la Guardia di Finanza ha anche sequestrato un appartamento di lusso in via del Colosseo a Roma, del valore di circa un milione e mezzo di euro. L’operazione arriva dopo oltre un anno di indagini compiute dal Procuratore aggiunto Nello Rossi e dai Sostituti Procuratori Stefano Fava e Giorgio Orano della Procura della Repubblica di Roma e curate dal Nucleo di Polizia tributaria della Capitale.

L’inchiesta è partita alcuni episodi sospetti nell’ambito del fallimento di tre società (Domitia Hospital, fallita l’8 giugno 199, la Tecnoconsult, fallita il 20 febbraio 1995 e la Pasqualini, fallita il 30 novembre 2005): da qui gli inquirenti hanno portato alla luce l’esistenza di una metodologia standard di azione da parte dei professionisti che riuscivano a far ammettere la passivo falsi crediti, grazie ad avvocati compiacenti che preparavano atti e documenti falsi.

In carcere sono finite quattro persone  (due commercialisti, il faccendiere svizzero e un imprenditore), mentre altre dieci persone sono agli arresti domiciliari.

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Bruno De Santis