La crisi ha colpito e continua a colpire in maniera indiscriminata tutti i settori dell’economia senza eccezioni nemmeno per quanto riguarda le libere professioni.
Architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, veterinari, tutti stretti nella duplice morsa della crisi, quella che da una parte vede il calo generalizzato del fatturato e dall’altra il problema dei crediti che non si riescono ad esigere dai clienti, a loro volta in crisi.
Se paragonata agli altri paesi Europei, la situazione Italiana sembra essere ben peggiore, soprattutto perché non accenna a mostrare segnali di ripresa.
I dati raccolti ed elaborati dal centro Krls Network of Business Ethics provenienti da Francia, Inghilterra e Germania ci indicano che nel primo semestre 2013 in questi paesi si è verificata una ripresa dei redditi dei liberi professionisti con percentali che vanno dall’1,7 al 2,1%.
Il calo delle prestazioni effettuate, e dunque del fatturato, ha causato importanti ripercussioni anche alla situazione occupazionale degli studi professionali che sono stati costretti a licenziare molti dei loro dipendenti, soprattutto gli under 40.
I consigli dei presidenti di alcuni ordini professionali vanno proprio nella direzione della ricerca dell’efficienza di costo, tagliando spese di struttura, associandosi ad altri colleghi, licenziando dipendenti e in ultimo, aspettare che passi la tempesta.
[Fonte: Adepp]