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Categorie: News

Nairobi e Peshawar: due attentati spinti da motivazioni religiose?

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Giulia Papapicco

Sale il numero delle vittime dell’attentato a Nairobi: cinquantanove, per ora. Il centro commerciale Westgate Mall, il più frequentato soprattutto dai turisti, è ancora teatro dei terroristi che da ieri stanno tenendo in ostaggio un numero imprecisato di persone, per la Cnn si tratterebbe di trentasei. Le prime testimonianze sono chiare: un blitz con bombe a mano, i boati descritti da quei pochi che sono riusciti a scappare, spari continui. I terroristi, si parla di una decina, hanno rivendicato su twitter il loro atto, gridando al mondo il loro obiettivo: nessun negoziato. La polizia e l’esercito kenyano, hanno circondato l’edificio e isolato solo una parte del centro commerciale, ma a ventiquattr’ore dall’inizio della strage lo stallo sembra piuttosto critico. Duecento i feriti, ma è un numero che nelle prossime ore probabilmente si modificherà.
Indegno come i legami di questi ribelli con Al Qaeda, l’attacco è frutto di continue minacce da parte dei ribelli, che avevano annunciato ripercussioni qualora Nairobi non avesse ritirato le proprie truppe dal Corno d’Africa. Fra le prime vittime, due francesi, due canadesi, due bambini e alcuni familiari del presidente del Paese, Uhuru Kenyatta. Dieci gli italiani presenti sul luogo al momento dell’attacco, ma tutti salvi, mentre si ha notizia della morte di un somalo sposato con una cittadina italiana.

Di identica natura, terroristica, l’attacco che in Pakistan ha causato la morte di settanta persone, più precisamente a Peshawar, sul sagrato della chiesa anglicana di Khoati Bazaar. I kamikaze avrebbero usato dai sei agli otto chili di esplosivo per colpire i fedeli appena usciti dalla messa domenicale, facendosi esplodere in simultanea non lasciando scampo a chi avrebbe potuto scappare dopo la prima esplosione. I cristiani in Pakistan sono circa il 4% della popolazione e sono in molti a chiedere più protezione e ricordiamo che in questi paesi non essere islamici è considerata blasfemia.

A legare i due attentati, non solo per ferocia e brutalità, il motivo religioso: stando a quanto riportato da alcuni superstiti del centro commerciale di Nairobi, uno degli attentatori avrebbe pronunciato parole molto chiare: “Se siete musulmani alzatevi. Noi siamo venuti a salvarvi”.
Nel frattempo, in attesa di altri sviluppi, il rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton, si è fatta portavoce di un messaggio rassicurante “L’UE offre il proprio pieno e completo sostegno alle autorità keniote […]siamo pronti a fare tutto il possibile per prevenire tali eventi in futuro”.

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Giulia Papapicco