Il recente andamento in salita del prezzo del petrolio potrebbe lasciarci pensare che un giorno finiremo per considerarlo un bene di lusso.
A fine settembre la dichiarazione di Obama di voler iniziare un attacco preventivo in Siria per impedire l’utilizzo di armi chimiche ha provocato un’ulteriore impennata del prezzo.
Successivamente è stato invece un evento naturale a determinarne l’aumento: la tempesta tropicale Karen che si supponeva potesse colpire le coste settentrionali del Messico, ha avuto come conseguenza una riduzione o completa chiusura delle attività delle diverse compagnie petrolifere stanziate nel golfo.
Il paese dell’america centrale produce più del 20% del petrolio utilizzato negli Stati Uniti e contando su queste previsioni meteo gli investitori hanno scommesso su un repentino calo dell’offerta del greggio.
Negli ultimi anni i cambiamenti politici e climatici hanno enormemente influenzato l’andamento del petrolio nelle borse estere e nostrane portando spesso sotto i riflettori il rialzo del suo prezzo. Le banche centrali sanno che questi aumenti non sono semplici da gestire e provocano pressioni sulla ripresa e un conseguente aumento dell’inflazione.
Senza contare l’impatto che le fluttuazioni del prezzo del greggio possono avere globalmente: l’aumento puo’ incidere sul reddito a disposizione delle famiglie con diminuzioni sulle spese e nei consumi, può smorzare la fiducia delle imprese e dei consumatori. Questo potrebbe avvenire se il trend che si sta mettendo in moto in questo momento continuasse.
Carl Larry della Oil Outlooks and Opinions in alcune interviste economiche ha dichiarato che non facendo altri errori, il prezzo dovrebbe ritornare alla normalità ed abbassarsi, altrimenti continuerà ad aggirarsi al lauto prezzo di 110 dollari.
Le ultime stime prevedono per l’ICE Futures exchange di Londra un ritorno a 107.75 dollari. Per quanto riguarda il NYMEX la benzina saumenterà di 1.3 cent fino a 2.60 dollari per gallone, il gas naturale perderà 0.3 centesimi e si sttesterà sui 3.59 dollari ed il petrolio si contrarrà di 1.7 centesimi raggiungendo 2.94 dollari per gallone.
[Fonte: MoneyWatch CBS]