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Categorie: Calcio News Sport

Chi è Erick Thohir, il magnate indonesiano che si è preso l’Inter

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Fabio Pittau

E’ senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti e misteriosi entrati dalla porta principale del nostro calcio negli ultimi tempi. Quarantatré anni di Jakarta, figlio di Teddy Thohir, fondatore e proprietario dell’Astra International – holding con un giro d’affari di circa 25 miliardi di dollari e oltre 120 mila dipendenti – Erik ha studiato negli Stati Uniti, conseguendo la laurea in economia ed un master alla National University di Los Angeles. Dopo gli studi nel Paese a stelle e strisce negli anni Novanta ha iniziato a costruire pezzo per pezzo il successo imprenditoriale del suo gruppo Mahaka Media – tv, giornali, radio, settimanali sportivi – ed è diventato in pochi anni uno dei manager più ricchi e potenti d’Indonesia.

Sarai un avventuriero” gli disse papà Teddy quando Erick era poco più di un ragazzino. Proprio come Erick il Rosso, vichingo ed esploratore norvegese, che la leggenda narra sia stato il primo europeo a raggiungere la Groenlandia e a fondarvi un insediamento nordico. E ne ha fatto tanta di strada il piccolo Erick, girando il mondo in lungo e in largo e studiando tutte le sue potenzialità in termini di affari e di passioni. Perché chi lo conosce, lo definisce sì un uomo d’affari pragmatico, perfezionista e determinato, ma pure un imprenditore di grande sentimento e passione.

Sentimento e passione che lo hanno condotto ad investire in questi anni anche nello sport: “Sua Emittenza” è infatti uno dei proprietari dei Philadelphia 76ers, squadra della Nba, presidente di paio di club del suo paese, della Federbasket indonesiana e della federazione pallacanestro del Sud-Est asiatico. E’ pure socio di maggioranza della squadra di calcio dei D.C. United, la squadra più titolata della Major League Soccer, e ora vuole riportare l’Inter sul tetto d’Europa e del mondo.

Ma in che modo tutto questo potrà avvenire? Quali sono i progetti nell’immediato futuro? Quali conferme e quali cambiamenti? Queste sono le domande che si fanno in questi giorni i tifosi nerazzurri e non solo. Innanzitutto, messi da parti i sogni utopistici di vedere operazioni di mercato stile Bale o Cavani, la prima preoccupazione sarà sicuramente quella di ridurre e ripianare i costi di una società che negli ultimi anni ha sempre chiuso in rosso i propri bilanci. Si inizierà con la questione ingaggi: non più contratti milionari a giocatori in età avanzata, ma spazio alle nuove leve, possibilmente del settore giovanile.

I contratti di Zanetti, Cambiasso, Samuel e Chivu, in scadenza a giugno 2014 saranno da valutare molto attentamente, come quelli di alcuni componenti dell’organigramma societario. Marco Branca, attuale direttore tecnico, sembra essere l’indiziato numero uno a lasciare: la sua gestione del mercato nelle ultime sessioni ha fatto storcere il naso un po’ a tutti. Dentro un uomo forte, esperto e carismatico: l’identikit sembrerebbe condurre a Leonardo, ma l’annullamento della squalifica di quattordici mesi al Psg potrebbe complicare le cose. Fiducia invece a Piero Ausilio e al suo lavoro soprattutto nel settore giovanile. Altro nodo potrebbe essere quello della guida tecnica: Mazzarri si, Mazzarri no? Il futuro del tecnico livornese sarà legato soprattutto ai risultati di questa stagione.

Ci sarà tempo invece per studiare le strategie per rinforzare e scremare la rosa, mentre una delle priorità immediate sarà quella di rilanciare l’immagine e il marchio sui mercati internazionali. Le idee non mancano, i capitali neppure. L’unico dubbio riguarda la passione e l’amore per i colori di Thohir, prerogativa della precedente gestione.

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Fabio Pittau