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Categorie: News Politica

Mario Monti lascia Scelta civica

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Benedetto Delle Site

Il governo di larghe intese continua a dividere i partiti politici al proprio interno e inaspettato è arrivato anche il turno di Scelta civica. L’ex premier e senatore Mario Monti ha infatti annunciato le proprie dimissioni dal gruppo in Senato del partito da lui stesso creato all’esito di una frattura con gli altri senatori di Scelta civica sorta dopo le critiche rivolte alla legge di Stabilità dallo stesso Monti. Monti aveva lamentato l’assenza nel disegno di legge di vere riforme strutturali finendo in minoranza, ad avere la meglio sarebbe stato il ministro della Difesa Mario Mauro e l’ala governista del partito.

Nelle stesse ore in cui Monti ha annunciato l’abbandono di Scelta civica e la decisione di passare al gruppo misto il premier italiano Enrico Letta a Washington è stato ricevuto dal presidente americano Barack Obama, il quale ha speso parole a favore del governo italiano e del suo impegno per la stabilizzazione dell’Italia. Letta dal canto suo ha ricordato l’importanza dell’accordo raggiunto da Obama per scongiurare il default degli Stati Uniti dopo che nelle scorse settimane lo scontro al Congresso con la destra repubblicana si era fatto sempre più aspro.

Ma a Washington Letta ha parlato anche dalla necessità di trasformare la parola austerità nella parola crescita. Ed è forse proprio l’anti-austerity tanto insistentemente sbandierata ad aver allontanato l’ex premier e il suo successore. Monti contro l’illusionismo fiscale, Letta con Alfano contro le tasse. Monti in sintonia con l’Europa di Angela Merkel e la sua economia sociale di mercato, Letta più atlantico tanto da scegliere come ministro dell’Economia un uomo vicino a quel Mario Draghi che la Bundesbank a capo della Bce proprio non voleva. Le diverse interpretazioni possono sprecarsi, quello che è certo però è che qualcosa fra i due è cambiato. Quando Silvio Berlusconi si dimise aprendo le porte al governo tecnico Letta nel Pd era fra i più entusiasti, il più montiano. Al professore della Bocconi lo avvicinavano la frequentazione di importanti ambienti internazionali e il pensiero economico di Beniamino Andreatta. Ma le larghe intese a quanto sembra, continuano a dividere personaggi che tutti fino a non molto tempo fa avrebbero dato per inscindibili.

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