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Ritorna la Grosse Koalition in Germania

Published by
Michele Soliani

E la Grosse Koalition ritornò. Questo quanto emerge nei colloqui compiuti dai membri della CDU con esponenti della SPD, colloqui che sembrano riproporre un’alleanza che ha retto il paese teutonico dal 2005 al 2009.

Se nello scorso settembre tutti avevano celebrato la grande vittoria della Cancelliera è altresì vero che il suo partito non ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, l’avrebbe ottenuta nel caso in cui fosse riuscita a conquistarne altri cinque.

La situazione ha quindi portato a una forte instabilità anche se palesata da vittoria. La SPD detiene infatti quel numero di onorevoli tali da permettere un governo alla Merkel così come, ipotesi inesistente, può avere la possibilità di creare un governo di sinistra visto le altre forze politiche presenti. La maggiore difficoltà, che ha trasformato la sua vittoria in una sconfitta, è rappresentata dalla scomparsa del Partito Liberale dal Bundestag, questi infatti le potevano garantire quel sostegno necessario a non dover chiedere in alcun modo aiuto ai socialdemocratici.

Non è solo la CDU insoddisfatta dell’accordo. In casa SPD si respira un clima di sconfitta; Hannelore Kraft, governatrice dell’importante Land della Renania-Vestfalia e probabile futura leader del partito, ha avvertito i suoi affermando che è rischiosa una nuova Grosse Koalition visti i risultati ottenuti nel 2009.

Il principale argomento portato avanti dai socialdemocratici è il salario minimo, nelle loro intenzioni ci sarebbe la volontà di imporre un salario minimo pari a 8,5 euro all’ora. Angela Merkel preferisce che la questione sia risolta a livello sindacale al fine di evitare un aumento della disoccupazione nelle ex-territori della DDR; altra sua proposta sarebbe l’aumento di tasse per 80 miliardi all’anno, da reinvestire per le infrastrutture.

La ritrovata Grosse Koalition avrà quindi tra i suoi principali punti argomenti quali la crescita, la stabilità finanziaria e quella occupazionale. A livello europeo difficilmente si riscontreranno novità dato che entrambi gli schieramenti sono d’accordo sul continuare la politica di austerity nei confronti degli Stati in difficoltà.

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Michele Soliani