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Categorie: Calcio News Sport

La Nuova Quarto Calcio e la sua lotta alla Camorra [Intervista a Luigi Cuomo]

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Tommaso Calascibetta

La Nuova Quarto Calcio, società rinata dalle proprie ceneri quando, nel 2007, fu arrestato l’allora presidente Castrese Paragliola, era usata dalla Camorra per i suoi traffici illegali. Molte aziende del territorio erano costrette a pagare il pizzo sottoforma di sponsorizzazioni alla squadra di calcio. Dopo il sequestro alla Procura viene in mente un qualcosa di geniale, non bisognava svendere la società al primo acquirente, ma bisognava renderla un simbolo per la lotta alla Camorra.

Luigi Cuomo è l’uomo scelto per fare tutto questo, a lui il compito di “restituire la squadra ai cittadini, ai tantissimi tifosi e sportivi appassionati del Calcio Quarto” (cit. presa dal sito ufficiale). Ed è proprio il presidente Cuomo a rispondere alle nostre domande:

Da punto di riferimento per gli affari della Camorra, a centro per la lotta alla criminalità organizzata. Questo è la Nuova Quarto Calcio oggi. In una sua dichiarazione ha detto: ”Far morire la squadra sarebbe stata una sconfitta sociale prima ancora che sportiva”. Perché questa vostra attività è così tanto impegnata nel sociale ancora prima che nello sport?

“Parliamo di una società sequestrata alla Camorra, una di quelle aziende sequestrate che come tutte le altre stava rischiando di fallire. Non bisognava far passare il principio che le aziende in mano alla Camorra vivono, mentre nelle mani dello Stato falliscono, bisognava evitare quest’ennesima sconfitta.”

Sappiamo che avete subito minacce e non sono mancati atti volti a intralciare il vostro percorso come l’incendio delle tribune, la distruzione delle segreteria e il furto di alcuni trofei. Come si trova la forza di andare avanti quando si incappa in situazioni di questo tipo?

“La forza sostanzialmente la trovi nelle tue idee, se sono forti e ben piantate non sono questi episodi che ti possono scoraggiare. Altro punto di forza sono stati i successi che ci hanno accompagnato. Si, sono stati molti gli episodi contro di noi ma non va dimenticato lo straordinario sostegno popolare che ha fatto si non solo che vincessimo il campionato, ma che diventassimo un punto di riferimento certo per tutta la città.”

Anche le trasferte non sono state passeggiate di piacere: cosa spinge secondo lei altre tifoserie ad accanirsi contro i vostri sforzi di rendere nobile lo sport ?

“Noi rappresentiamo un’anomalia, un’anomalia anche piuttosto scomoda, mostriamo che è possibile fare calcio pulito. Molte tifoserie sono inquinate da cose che vanno ben oltre l’agonismo sportivo. Delinquenti che sugli spalti trovano il luogo per sfogare i loro principi animaleschi, e noi siamo visti come antagonisti. Abbiamo incontrato queste tifoserie l’anno scorso subendo cori offensivi. Quello che come dirigenza c’è piaciuto è che i nostri giocatori, in accordo con il codice etico e il patto fatto con noi, hanno saputo mantenere la calma, non reagire e dimostrare che noi siamo un’esperienza diversa. Noi auspichiamo che il modello che stiamo cercando di affermare con forza possa essere emulato da altri club, per riuscire un giorno a non essere più noi l’eccezione, ma gli altri.”

“Nuova Quarto Calcio per la Legalità” è un azionariato popolare “stile Barcellona” . “Una società solo formalmente da voi amministrata ma di proprietà di tutti i quartesi”: qual è il bilancio dei risultati ottenuti fino ad oggi?

“Con l’azionariato popolare l’obiettivo è riconsegnare la squadra non ad un solo acquirente, o a un gruppo di imprenditori, ma riconsegnarla un giorno alla città. Un azionariato diffuso che condivida con i tanti settori della società la direzione e la gestione della società stessa. Questo perchè pensiamo che da un lato possa evitare il ripetersi di situazioni come quelle da cui questa società proviene, e dell’altro perchè ormai questa squadra, questa società, questo stadio, sono dei simboli di legalità che non possono appartenere ad un singolo individuo, ma deve essere sentito proprio dalla maggioranza dei quartieri. Per noi l’azionariato popolare è strategico, i risultati conseguiti sono buoni, naturalmente dopo la venuta della nazionale credo che riprenderà ancora di più il processo di aggregazione. Puntiamo a raggiungere le ventimila adesioni, e siamo solamente a mille. Il lavoro da fare è ancora
parecchio.”

Ha parlato della venuta della nazionale, come giudica le dichiarazioni di Balotelli (“Non mi ritengo un simbolo anticamorra”)?

“Questa storia delle dichiarazioni sono bum giornalistici, la cosa vera di Balotelli è che lui è venuto li, contento, ha abbracciato i ragazzi, ha stretto mani e ha firmato autografi. Se guardiamo i fatti, questi ci riconsegno un Balotelli come ragazzo normale che partecipa ad un evento e non lo fa con la corda al collo, perchè come già detto abbiamo testimonianze fotografiche copiose di solidarietà oggettiva sul campo. Poi le dichiarazioni dei giornali servono a fare polemica, a scrivere articoli. Lui non è un simbolo anticamorra, ma nemmeno la nazionale ha aspirazioni a diventarlo. La battaglia alla camorra la facciamo noi, sul campo, tutti i giorni. Loro sono venuti a sostenere quest’esperienza, ma nessuno ha chiesto loro di diventare simbolo anticamorra.”

Per chiudere, quali sono i prossimi eventi che vi vedranno protagonisti?

“Intanto adesso dobbiamo pensare a giocare e a fare un buon campionato, poi stiamo organizzando con l’azionariato appunto una serie di iniziative che servono a riprendere il percorso che abbiamo cominciato un’anno e mezzo fa e che vede davanti a se una strada lunga ancora da percorrere. Dalla nostra pagina facebook sarete aggiornati costantemente.”

[Foto: pozzuoli.napolitoday.it]

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Tommaso Calascibetta