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Categorie: Calcio News Sport

Questo pazzo campionato

Published by
Gianluca Di Marzio

Il campionato più pazzo degli ultimi anni ci regala un’altra domenica a bocca aperta. La Roma vince in dieci, Garcia si conferma mago (entra Bradley e segna), eguagliando pure il record juventino di Capello, guardacaso l’ultimo ad aver vinto uno scudetto in giallorosso. Mi piace molto super Rudi: sembra un duro ma gentile, ha imparato l’italiano meglio di tanti giocatori stranieri che vivono qui da anni, ha puntato subito sul gruppo e si vede. Borriello ne è l’ultimo esempio. Quando, durante l’ultimo mercato, molte squadre si avvicinavano a Marco, l’attaccante della Roma mi fece sapere di non avere alcuna voglia di andarsene, anzi. Si trovava bene con Garcia, l’avrebbe lasciato solo per il Genoa (c’era una promessa di Preziosi), nessun mal di pancia per la possibile panchina iniziale. Lì ho capito che Garcia stava cementando lo spogliatoio, le vittorie nascono anche così. I recuperi sulla linea di De Rossi contro il Napoli e Castan con l’Udinese sono segnali, messaggi, simboli di una squadra dura a morire, che non vuole mai prendere gol, che si sacrifica sempre e comunque. La sua Roma ha puntato molto sulle ali in questo inizio di stagione, Gervinho e Florenzi.

Le ali della serie A, perché mai come in questo campionato stiamo assistendo alla riscoperta di questo ruolo che sembrava in via d’estinzione. Non è un caso che Conte abbia spesso richiamato pubblicamente la mancanza di giocatori con queste caratteristiche nel suo organico, escluso l’infortunato Pepe. Le ali della libertà di vincere: Cuadrado, Mertens e Biabiany, ecco i tre volti di una domenica ad alta velocità. Il colombiano con le treccine ha raggiunto una maturità incredibile, corre e segna con una facilità e qualità impressionanti.

L’anno scorso Mourinho chiese all’amico Pea di osservarlo spesso per fargli poi delle relazioni personalizzate, ci provò anche il Bayern nell’affare Gomez, così come la Juve che propose Isla e soldi per rilevare la metà viola. A Firenze non si sono mai seduti per trattare, né hanno intenzione di farlo a gennaio. L’Arsenal sarebbe pronto a fare subito follie, al Bentegodi c’era in tribuna l’uomo di Wenger (Richard Law) seduto con l’agente del giocatore, Lucci. Se ne riparlerà a giugno, quando a Londra si prepareranno a staccare un assegno da 30 milioni per accontentare Fiorentina e Udinese, vedremo se la Juve rilancerà. Ai bianconeri è stato accostato anche il nome di Biabiany, ieri incontenibile e decisivo per i primi due gol del Parma: mediaticamente sottovalutato, ma terribilmente efficace per Donadoni, ecco perché Ghirardi spera che la Juve continui a rivolgersi altrove.

E poi Mertens, la rivelazione del Napoli. In principio fu Callejon, sempre a proposito di ali. Adesso è il belga a sfruttare bene le occasioni concesse da Benitez, che saluta il ritorno al gol di Higuain: ventidue metri di felicità e riscatto, dopo il mistero relativo a quel flessore che non guariva più.

È guarito invece Balotelli, si è tagliato anche la cresta e tolto gli orecchini. Ma il Milan ha segnato due gol quando lui è uscito, il suo contributo in campo non è stato all’altezza e a poco serve vendere la Ferrari o comprare casa a Milano. Balo si deve ritrovare dentro e non fuori, capire che non è al centro di una cospirazione organizzata o un piano per demolirlo. Così tornerà a essere determinante, come lo è oggi Cassano per il Parma: gol, vendetta e balletto nel derby dei ribelli. Dicono che Prandelli non abbia gradito i suoi atteggiamenti agli ultimi Europei. E che difficilmente gli riaprirà le porte azzurre. Non sarà uno stinco di santo, verissimo, ma il Ct ha già puntato su Balotelli e Osvaldo, caratterini mica facili, e una seconda occasione possono quindi averla tutti. Anche Cassano, se continuerà così. Magro e buono. Magari contro Tevez da avversario, in Brasile si divertirebbero. Anche Carlitos infatti non viene più convocato nella sua Selección, eppure oggi è l’anima di una Juve tornata feroce come il suo sguardo. 5 reti tutte dedicate ai quartieri più poveri di Buenos Aires: chi meglio dell’Apache può rappresentare lo spirito del popolo argentino in un Mondiale? Intanto, lui lascia il segno qui. Con un altro gol da pazzi nel campionato più pazzo degli ultimi anni.

[FOTO: www.corriere.it]

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Gianluca Di Marzio