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Categorie: Cronaca News

Strage a Phoenix: e si riapre la discussione sull’accesso alle armi da fuoco

Published by
Domenico Cacciapuoti

Tra la17th Avenue e Hazelwood Street, a Phoneix, negli anni ’80 fu costruito un bellissimo complesso residenziale, fatto di villette con un piccolo giardino antistante. É un posto tranquillo, forse anche troppo. Eppure da questo posto il 26 ottobre alle ore 9:00 la polizia riceve una telefonata, in cui si chiede un immediato intervento, perché un uomo, con un fucile a pompa, ha sparato attraverso la porta del suo vicino di casa e attraverso una finestra. Poi il silenzio, l’uomo, riconosciuto dall’autore della telefonata, si chiama Michael Dante Guzzo. Quando dopo qualche minuto arriva la polizia di Phoenix trova a terra nella propria abitazione, con ferite da arma da fuoco, non solo tutti i 4 componenti della famiglia Monroe, ma anche i loro 2 cani. Nella casa a fianco abita Guzzo, la polizia trova il suo cadavere. Dopo la strage, ha rivolto l’arma contro sé stesso e ha fatto fuoco. Caso chiuso.

“Quando siamo arrivati nella zona abbiamo trovato due persone decedute per ferite da arma da fuoco all’ingresso. Nel salone abbiamo scoperto altre due vittime”, ha detto il portavoce della polizia di Phoenix, il sergente Tommy Thompson. Un altro vicino di Guzzo ha riferito: “Stavo dormendo. Ho sentito un colpo di pistola, sono saltato dal letto e ho guardato fuori dalla finestra e ho visto che Guzzo stava caricando il fucile e poi ha sparato di nuovo”, ha detto Stanislav Mitev. I vicini dicono che Guzzo sarebbe andato anche in un altra casa, cercando di sparare i residenti all’interno. “Ci siamo svegliati, perché qualcuno bussava forte alla nostra porta e poi abbiamo udito quattro colpi d’arma da fuoco. Direi che è stato un fucile da caccia, ci sono grossi buchi nella mia porta”, ha detto Libni Deleon.

Non è chiaro che cosa abbia scatenato la furia omicida. I vicini dicono che Guzzo fosse una persona tranquilla e riservata. Viveva da un anno e mezzo lì da solo, perché divorziato, ed era un farmacista stimatissimo. “Lo vedevo ogni mattina, un saluto veloce, ma cordiale. Mai mi sarei aspettato che sarebbe stato capace di fare questo“, ha detto Donald McKenzie. I Monroe risiedevano lì da circa dieci anni ed é stata descritta da tutti come una famiglia felice e serena.

Secondo un parente delle vittime, c’erano state in passato delle discussioni dovute all’abbaiare dei cani con Guzzo, ma niente che potesse far presagire questa tragedia. O, forse, si. L’ex moglie, Janet, in una intervista ha descritto Guzzo come un uomo isolato e arrabbiato e parla di una strage annunciata. “Avevo denunciato alle autorità competenti i problemi di salute mentale di mio marito, che non sono stati mai affrontati e che si sono acuiti dopo il divorzio. Aveva perso l’autostima e provava solo rabbia e rabbia per la sua famiglia che non voleva lasciar andare. Gli ho spesso detto che la rabbia lo avrebbe ucciso, solo chi lo conosceva superficialmente può parlare di lui come una persona tranquilla”.

Ancora una volta si ripropone la questione dell’accesso e del possesso di armi da fuoco anche da parte di soggetti psicologicamente instabili. Ora sono in tanti a chiedersi come mai nessuno abbia ascoltato le denunce dell’ex moglie di Guzzo e per qualche ora si parlerà nuovamente di modifiche alle norme che disciplinano la detenzione delle armi per poi dimenticarsene tra qualche giorno.

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Domenico Cacciapuoti