In queste ore il procuratore capo di Taranto Franco Sebastio, chiudendo un’indagine preliminare quadriennale a carico dell’Ilva per disastro ambientale denominata “Ambiente svenduto”, ha notificato, insieme ai militari della Guardia di Finanza, avvisi di garanzia a cinquantatre persone.
Tra i nomi degli indagati anche quello del governatore della Puglia Nichi Vendola, accusato di concussione ai danni del direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato. Avrebbe infatti fatto pressione su di lui perché ammorbidisse la sua posizione nei confronti dei vertici dell’azienza, proprio su richiesta dei Riva.
Nella lunga lista si troverebbero anche i nomi di dell’ex presidente della provincia di Taranto, Gianni Florido e dell’ex assessore provinciale all’ambiente Michele Conserva, arrestati entrambi a maggio scorso con l’accusa di aver fatto pressione su alcuni dirigenti perché concedessero all’Ilva l’autorizzazione all’utilizzo delle discariche interne, poi autorizzate con decreto del Governo, nonchè del sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, accusato di non aver attuato, in quanto sindaco quindi avendone la possibilità, le misure necessarie per bloccare i danni alla salute dei tarantini causati dall’azienda. Oltre al dirigente del settore Ambiente Antonello Antonicelli e al’ex direttore dell’area Sviluppo economico della regione Puglia, Davide Filippo Pellegrino.
Insomma, un vero terremoto che coinvolge l’intera regione. Coinvolta dal sindaco, al governatore, ai dirigenti. Un corposa macchina messa in movimento al servizio dei Riva e dell’Ilva.
L’iter processuale prevede che, dal momento della notifica degli avvisi di garanzia, i legali degli indagati abbiano venti giorni di tempo per depositare memorie difensive o per chiedere che i loro assistiti vengano interrogati. Poi la Procura deciderà sulle richieste di rinvio a giudizio da inviare al gup, premessa per la fissazione dell’udienza preliminare.
Intanto, sempre questa mattina, quindici operai sono stati portati in infermeria poiché denunciavano sintomi di intossicamento. Ciò a causa dell’inalazione di fumi che si sono sprigionati dalla Siviera di emergenza della Colata a caldo dell’Acciaieria 1, forse per via di un incendio. A rendere nota la notizia è il coordinatore provinciale di Taranto dell’Usb (Unione sindacale di base) Francesco Rizzo. Il quale denuncia un grave atteggiamento da parte di alcuni responsabili di reparto che avrebbero chiesto ai lavoratori di continuare le loro attività nonostante l’accaduto, senza effettuare le opportune verifiche.