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Categorie: Cultura News Televisione

Così lontani, così vicini – Pino Scaccia presenta il suo documentario a Roma

Published by
Laura Laportella

Il 9° rgt Alpini “L’Aquila” è in missione in Afghanistan e in Italia le famiglie attendono il ritorno dei propri cari. Questa è la premessa da cui parte il documentario di Pino Scaccia, da un’idea di Alessandro Conte: “Così lontani, così vicini”. Un viaggio in una terra difficile, dilaniata ancora da scontri armati e attentati da parte dei sovversivi ai danni delle forze militari internazionali.

50 minuti di racconto umano, che hanno il senso di testimoniare la forza e l’importanza di continuità di comunicazione tra le persone in missione e le loro famiglie. Nel documentario vengono raccontate cinque storie, cinque militari in missione, lontani dalle loro abitudini e dai loro affetti. Ma attraverso i nuovi mezzi di comunicazione attraverso la rete internet è possibile per loro sentirsi almeno per quindici minuti al giorno a casa.

Tra i militari intervistati per raccontare la loro storia c’è Annachiara. Lei, giovanissima, soffre meno la lontananza da casa, perché questa missione al campo di Farah, l’avvicina al marito Paolo che si trova nello stesso campo. I due si sono conosciuti in una precedente missione in Afghanistan tre anni prima, questa terra che lei definisce “senza colori” è stata il teatro della nascita del loro matrimonio.
Poi c’è Donato, un ufficiale mortaista. A casa lo attendono la famiglia e la fidanzata Elena con la quale si collega ogni sera su Skype. La ragazza è promotrice di un gruppo che si chiama “L’altra parte della divisa”, che vuole unire tutte le mogli, madri, figli e famiglie che attendono il rientro dei militari in missione.

Altri uomini, ma sopratutto padri lontani, raccontano la loro esperienza: Massimiliano, Ivan Antonio e Roberto, che si confrontano ogni sera con le problematiche quotidiane della famiglia, i figli a scuola, le gare sportive e tutte le piccole cose che rendono per quanto possibile “normale” una vita familiare che non manchi del riferimento paterno. Mi colpisce la serenità della piccola Arianna, tre anni, figlia di Massimiliano. La mamma Luana le ha fatto fare sei disegni attaccati su un cartellone, la bimba sa che ne deve staccare uno al mese, e quando avrà staccato anche l’ultimo vedrà il suo amato papà tornare da lei.

Vita vera, di persone come le altre, che hanno fatto scelte difficile e sono consapevoli dei rischi che corrono ogni giorno, compreso quello estremo di non poter più rivedere i propri cari. Ma sono più sereni, perché adesso possono vedere i propri cari anche da laggiù, dall’impervio Afghanistan, e non perdersi le cose importanti della propria vita familiare. Alessandro Conte e Pino Scaccia, in collaborazione con lo Stato Maggiore Difesa, hanno dimostrato proprio questo: “Così lontani, così vicini” si può.

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Laura Laportella