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Categorie: Economia News

“Soldi dei precari ai sindacati”, l’attacco del Fatto alla Cgil

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Daria D'Acquisto

Dai precari ai sindacati. Secondo il “Contratto collettivo delle agenzie di somministrazione di lavoro” è previsto un trasferimento di denaro ai sindacati come “sostegno al sistema di rappresentanza sindacale unitaria”, per una cifra pari a circa 2 milioni di euro l’anno. Peccato che, in base a quanto sostiene Il Fatto Quotidiano, questi soldi non vengano riutilizzati per creare le condizioni per combattere il precariato in Italia.

In un articolo di Salvatore Cannavò, infatti, viene spiegato che per questo tipo di attività sindacale, già nel 2002, si stabilì che le organizzazioni firmatarie avrebbero beneficiato di “un contributo pari a un’ora ogni 1700 lavorate, dal valore di 7,75 euro l’ora. Nel 2008 quel valore è stato innalzato a 10 euro l’ora”. Secondo i dati a disposizione, si tratterebbe di 1,8 milioni di euro trasferiti ai sindacati per il 2011 e addirittura di 2 milioni secondo i parametri del 2012.

La Somministrazione di lavoro è una fattispecie di rapporto di lavoro introdotta in Italia dal D.lgs. n° 276 del 2003, la famosa legge Biagi che tanto ha influito sulla carriera di un’intera generazione di lavoratori, in sostituzione del lavoro interinale, e prevede il coinvolgimento di tre soggetti: il lavoratore, l’utilizzatore, ossia un’azienda pubblica o privata che necessita di tale figura professionale e il somministratore, vale a dire un’Agenzia per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro che stipula un contratto con un lavoratore. Tra questi tre soggetti vengono stipulati due diversi contratti: il contratto di somministrazione di lavoro, concluso tra somministratore e utilizzatore, e il contratto di lavoro concluso tra somministratore e lavoratore. In ogni caso, il rapporto lavorativo instaurato è tra il lavoratore e l’Agenzia per il lavoro, che per legge dovrà retribuire il lavoratore in maniera adeguata alla tipologia di contratto dell’azienda utilizzatrice.

Secondo la lettura di Cannavò, in questo contratto a tre interverrebbe un quarto attore, il sindacato appunto, che con i soldi ricevuti finanzierebbe progetti territoriali, stando a quanto spiegato da Claudio Treves, segretario generale del Nidil-Cgil, la struttura sindacale che si occupa della rappresentanza dei lavoratori atipici. Ma per Il Fatto Quotidiano i conti non tornerebbero, dato che i soldi investiti in questi progetti sarebbero decisamente inferiori a quelli ricevuti e comunque, complessivamente, il bilancio del Nidil sarebbe in perdita.

Tutti i lavoratori conoscono questo meccanismo? Il sindacato rivendica di aver “migliorato le regole circa la parità di trattamento sindacale, i controlli, gli strumenti di sostegno al reddito (maternità, disoccupazione), etc”. Ma nel contratto del 2008 è stato introdotto un divisore contrattuale specifico per i contratti in somministrazione che penalizzerebbe in alcuni casi il lavoratore, con una differenza di pochi centesimi, che porterebbe però le Agenzie per il lavoro a risparmiare dai 10 ai 20 milioni di euro l’anno.

Secca la risposta della Cgil, che insieme ad una minaccia di querela, rimanda al giornale tutte le accuse, ribadendo che la contribuzione introdotta nel Ccnl nel 2002 ha lo scopo di sostenere l’attività del sindacato per la tutela dei lavoratori somministrati, la cui durata dei rapporti non supera, in media, i 45 giorni. “NIdiL-Cgil ha deciso con delibera del proprio comitato direttivo che il 70% di tali somme fossero a disposizione di progetti di insediamento e rafforzamento delle strutture territoriali; che non vi sia corrispondenza con il dato di bilancio deriva dal numero di progetti presentati”.

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