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Categorie: Economia

Gli italiani ancora un popolo di emigranti

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Ludovica Vacri

La puntata del 22 Ottobre 2013 del noto format televisivo Le Iene (video sovrastante), ha raccontato una verità con cui non ci piace voler tornare a fare i conti ma, che è diventata una realtà con cui confrontarsi.

Da un lato troviamo i nuovi migranti che arrivano con i barconi a Lampedusa, salvati dalla Guardia Costiera, dall’altro, un altro tipo di migrazione: quella dei meridionali nostrani che partono per raggiungere la Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Francia per cercare lavoro.

Bisogna ricordare che in ogni caso la crisi è ovunque è anche la florida Germania non è quella di 10 anni, ai tempi in cui trovare un lavoro era molto più facile di adesso. Per sfuggire alla povertà però si prendono anche decisioni difficili, e così anche chi era tornato dalla Germania in un Italia più ricca di quella odierna, decide di rifare i bagagli ed andarsene nuovamente. Questo tipo di migrazione a differenza della fuga di cervelli interessa persone di tutte le età, dai giovanissimi ai quasi pensionati, che raggiungono i figli residenti all’estero da tempo, pronti a rimboccarsi le maniche.

I dati della Coldiretti parlano chiaro, sono molti italiani che vivono sulla soglia minina, cioè il 47% e che diventano sempre più i poveri. Sono ben 4.068.250 le persone che nel 2013 in Italia sono state costrette a chiedere aiuto a Caritas e altri centri per sfamarsi, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno. Sono 1.304.871 le persone che negli ultimi tre anni sono passate dalla sussistenza per aver perso il lavoro alla povertà. Questo l’agghiacciante dossier presentato dalla Coldiretti al Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione a Cernobbio, chiamato: “Le nuove povertà del Belpaese. Gli italiani che aiutano” dimostrando anche la maggiore concentrazione della povertà è concentrata al sud, con 1.542.175 indigenti nelle regioni del Mezzogiorno.

Il Novecento è stato un secolo caratterizzato da forte ondate di emigrazione italiana, soprattutto verso l’Argentina e gli USA, seguiti, dopo la Seconda Guerra Mondiale, da Svizzera, Belgio e Germania occidentale, nonché da un’emigrazione nella stessa Italia: dal Sud al Nord.

Alti tassi di disoccupazione, invecchiamento della popolazione e della forza lavoro, ha riportato in auge il dibattito sull’emigrazione e sull’immigrazione. Al momento le mete più gettonate sono: Germania: 20%; Francia: 16%; Gran Bretagna :13%; Ungheria: 5%; Olanda: 5%; Austria: 5%; Paesi extra UE: 20%.

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Ludovica Vacri