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Categorie: Calcio News Sport

Il ritorno di Batigol: “Ecco perché ho lasciato il calcio”

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Giuseppe Leonardi

Per gli amanti del calcio della seconda metà degli anni ’90, per coloro che ricordano con nostalgia i campionati agguerriti con protagoniste le mitiche “sette sorelle”, è impossibile non associare la parola gol al nome di Gabriel Omar Batistuta, non a caso soprannominato Batigol, uomo che fece soffrire, non poco, i tifosi di mezza Italia.

Il marcatore più importante nella storia della Fiorentina con 167 gol in 268 presenze complessive, ma anche primo goleador di tutti i tempi della nazionale argentina con 56 gol, è tornato in Italia ed ha assistito alla partita spettacolare tra i viola e il Verona, terminata 4 a 3, rimanendo qualche giorno in più per una conferenza stampa dove gli sono state poste domande sui temi più vari.

Dopo i saluti iniziali il Re Leone ha parlato dell’accoglienza calorosissima riservatagli dai suoi vecchi tifosi lunedì sera “Mi ha fatto piacere ma mi è sembrato quasi troppo. Non me lo aspettavo, sono già tornato più volte a Firenze, un’altra manifestazione d’amore così non l’attendevo“.
L’ex bomber viola ha proseguito parlando del legame indissolubile che è corso tra lui e la maglia gigliata “C’è una storia che non può essere uguale con qualsiasi altra squadra, sono un professionista, alla Roma ho dato il meglio di me ed in campo cercavo di fare del mio meglio, però il rapporto con Firenze è impossibile da eguagliare“.Non si può non ricordare, a tal proposito, la data del 26 novembre 2000, quando la sorte gli riservò dopo poche partite in maglia giallorossa, di decidere proprio con un gol il match contro la sua ex squadra.

Batigol ha poi espresso alcune considerazioni sull’attuale allenatore viola, quel Vincenzo Montella che al suo arrivo a Roma, gli negò la maglia numero 9 da lui richiesta “penso che Montella resterà per un bel po’ a Firenze, 4 o 5 anni, il tempo che vorrà. Sta facendo un bel lavoro, non vedo perché cambiare“. E ancora a proposito di un suo possibile rientro come dirigente nella sua ex squadra “alla Fiorentina potrei fare comodo in qualche modo ma non lo so, io ora sto in Argentina, a me piacerebbe fare l’uomo immagine dei viola, essere legato con un titolo alla società viola. Ci sono tante possibilità, non so cos’altro dire. Io per ora gioco a polo in Argentina e guardo le mucche tutti i giorni“.

C’è spazio anche per mitraglia di Tévez e Pogba a Firenze dichiara “Gli ha portato male, perché la Fiorentina ha vinto ” e sull’attuale campionatoLa Roma sta giocando bene, ma la Juve è tosta ed è difficile buttarla giù ora che è in testa. Ha preso un paio di punti di vantaggio e sarà sempre più dura, ma il campionato è lungo. Carlitos è un grande acquisto, oltre la mitraglia non ha sbagliato un colpo. E’ un bravo ragazzo, un vincente. La Juve ha guadagnato tanto con lui“.

Ma soprattutto le confessioni sul suo addio al calcioDovevo e volevo staccare, dopo vent’anni sotto pressione. A volte peso e responsabilità dello spettacolo stancano, anche se sul momento caricava, piaceva quella sfida anziché buttarmi giù. Poi, però, arriva il momento in cui dici basta“.

Nonostante sia uscito di scena Batistuta rappresenta ancora oggi un simbolo del calcio mondiale, a prescindere dal suo Palmarés, non ricchissimo di successi, ha lasciato un segno indelebile soprattutto nel nostro campionato grazie ai suoi gol, e le vittime delle squadre avversarie possono confermare. La sua mitraglia, sparava davvero.

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Giuseppe Leonardi