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Categorie: News Politica

Napolitano sulla questione carceri: “L’indulto è la soluzione”

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Giulia Papapicco

Da Giorgio Napolitano arriva l’invito al Parlamento ad assumere la responsabilità sulla questione carceri e indulto. Le parole del Presidente arrivano in seguito a quanto sentenziato dalla Corte dei diritti di Strasburgo. Napolitano ha affermato: “L’indulto è la sola misura capace di ottemperare alle fortissime raccomandazioni, per non dire intimazioni della Corte dei diritti di Strasburgo”. La stessa Corte ha stabilito come data ultima maggio 2014: per quel giorno le carceri italiane dovranno rientrare negli standard di legalità europei.

Il Parlamento deve avere il senso di responsabilità necessario per dire che vuol fare innanzitutto un provvedimento di indulto” ha ribadito Napolitano provocando i parlamentari e invitandoli a prendere comunque una decisione e lo ha fatto senza ultimatum ma invocando un senso di responsabilità che in questo caso riguarda la sfera civile, umana sì ma anche legale. In termini più ampi si è espresso il presidente del Senato Pietro Grasso: “Abbiamo leggi che io definisco ‘carcerogene’, perché creano nuovi reati e determinano altri condannati che poco senso ha tenere nei penitenziari piuttosto che in strutture diverse di sostegno“. Per poi entrare nel concreto: “Dobbiamo affrontare il tema della custodia cautelare: se quasi la metà dei detenuti è ‘in attesa di giudizio’ è perché i processi da noi arrivano a durare 10 o 12 anni. Il tema dei tempi della giustizia è basilare anche per dare certezza all’esecuzione della pena“.

Anche il ministro Cancellieri è intervenuta annunciando: “Abbiamo diversi provvedimenti in cantiere pronti per il Consiglio dei Ministri che incideranno sui processi civili e penali e riguarderanno anche le carceri“. Voci importanti come quella del ministro sembrano portare verso una buona strada, ma per ora sono solo parole che non si sa ancora quale effetto avranno esattamente sul problema dell’affollamento e sulle pessime condizioni di alcune carceri.

Nel frattempo la campagna di raccolta firme per il referendum sulla giustizia, voluto dai radicali guidati da Marco Pannella e appoggiato anche da Silvio Berlusconi non ha raccolto le adesioni necessarie, anche se Pannella annuncia il ricorso. Fra le questioni in gioco c’era anche quella della responsabilità civile per i magistrati e della legalizzazione delle droghe leggere.
Con le anticipazioni del ministro Cancellieri, l’incoraggiamento di Napolitano e la spinta di Grasso forse si arriverà alla tanto agognata riforma della Giustizia che, arrivati alla denuncia e quasi minaccia della Corte di Strasburgo, non può davvero tardare a prendere forma e concretizzarsi.

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Giulia Papapicco