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Categorie: Calcio News Sport

La cura Corini rigenera il Chievo, i “mussi” tornano a volare

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Daniele Ragusa

Terza vittoria consecutiva del Chievo targato Corini: prima il derby con l’Hellas, poi il 3-0 sul Livorno e oero l’1-0 a Sassuolo contro gli uomini di Di Francesco. Il Chievo sale così a 15 punti e non si ferma più. Eugenio Corini, subentrato a Verona dopo Sannino, sembra avere la bacchetta magica. Per l’allenatore clivense è chiara la ragione di questo momento di forma: “L’equilibrio è fondamentale nel gioco del calcio, se difendi bene attacchi meglio. Nello sviluppo complessivo penso che la vittoria sia meritata. Anche con Sannino, nelle ultime due partite giocate non hanno preso gol, il motivo per cui ho accettato di tornare era perchè conoscevo 14 ragazzi protagonisti della cavalcata dell’anno scorso.

In meno di un mese, Eugenio Corini è riuscito a portare i suoi dall’ultimo posto in classifica, in zone più sicure. A tratti sembra quel Chievo strepitoso di Luigi Del Neri degli anni 2000-2004; una squadra che difendeva con 11 uomini, ma che attaccava con altrettanti. Un 4-4-2 che faceva sognare; giocatori rivelazione che negli anni a seguire hanno vestito le maglie di squadre top. Da Legrottaglie, a Eriberto (poi Luciano), da Corradi a Perrotta, per non parlare dello stesso Corini, metronomo della squadra che tanto bene ha fatto a Verona. E proprio da Verona che lui è voluto ripartire, dove è riuscito, fino a questo momento, ad esprimere tutto se stesso. Chissà cosa avrà pensato il giorno in cui ha indossato la giacca da allenatore con lo stemma del Chievo. Paura di sbagliare? Timore di farsi valere? Felicità di allenare? No, magari ha solamente pensato, Chievo…casa dolce casa.

Corini è cresciuto da giocatore con un classico modulo con quattro difensori e quattro centrocampisti, sia a Chievo, che a Palermo. Si credeva che fosse il modulo più conosciuto dall’allenatore e quindi quello più utilizzato. Cosi non è stato. È riuscito a dare un impronta alla sua squadra adattandosi al meglio alle situazioni di partita più congeniali. A volte un 4-3-3 con la sovrapposizione dei terzini, in altri momenti un 3-5-2 per sfruttare la progressione di Dramè ed Estigarribia. Insomma, adattamento ed equilibrio solo le parole d’ordine dell’allenatore, che deve contare su giocatori che lo ascoltano e lo seguono in tutte le tattiche e movimenti.

La “cura” Corini sembra funzionare. Cura somministrata da una squadra sana, da una piazza importante come Verona, e da un presidente, Campedelli, che è riuscito a ottenere la “residenza” in serie A. La squadra, infatti, si trova nella massima serie dal 2001, a parte la parentesi 2007/2008 in serie B. Adesso non resta che continuare ad ammirare la favola Chievo, una provinciale con sani valori societari e scelte tecniche sagge. L’esonero di Sannino infatti è risultato essenziale per rialzarsi da una situazione che sembrava non potersi risollevare più. Aspettiamo solo di vedere la reazione dei clivensi contro le grandi, dato che fino ad ora il calendario è stato a loro favore con partite non impossibili da disputare.

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Daniele Ragusa