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Categorie: Cultura News

Per chi ha perso lo spirito natalizio arriva in soccorso il libro di John Fante

Published by
Federica De Mita

Quel che abbiamo letto di più bello
lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.
Ed è a una persona cara che subito ne parleremo.
Forse proprio perché la peculiarità del sentimento,
come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire.
Amare vuol dire, in ultima analisi,
far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo.
E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà.
Noi siamo abitati da libri e da amici

(Daniel Pennac, da Come un romanzo)

Regalare un libro è una cosa serissima e per nulla semplice, presuppone la condivisione di una parte molto intima di colui fa il regalo, quella che riguarda il terreno dell’immaginazione che niente come la lettura riesce a stimolare. La scelta del libro presuppone inoltre una conoscenza profonda della persona cui lo si vuole regalare, sempre perché andrà a toccare delle corde molto sensibili e poco evidenti.

Regalare un libro, come scrive Pennac, è quindi un gesto d’amore, e proprio ora che si avvicina il Natale è il periodo perfetto per compiere un tale gesto per le persone care. Ma come scegliere il libro perfetto per l’occasione e per chi scarterà il pacchetto sotto l’albero? Si può scegliere, per stupire, un libro uscito da poco o si può scavare nella storia della letteratura, o della propria memoria letteraria, alla ricerca del libro adatto.

Il libro sotto l’albero che vi proponiamo oggi risale al 1938 ed è Aspetta primavera Bandini (Wait Until Spring, Bandini), l’opera prima dello scrittore italo-americano John Fante nonché primo capitolo della saga dedicata ad Arturo Bandini cui sono seguiti La strada per Los Angeles, il più famoso Chiedi alla polvere e Sogni di Bunker Hill.

“Pensavano tutti e tre la stessa cosa: sarebbe stato un Natale schifoso, e Arturo lo odiava perché dimenticava di essere povero, se solo non glielo ricordavano: ogni Natale era uguale, sempre triste, sempre a star lì a desiderare cose a cui non pensava mai, per vedersele sempre negate”
Il Natale non è un periodo felice per tutti, sicuramente non lo è per Arturo Bandini, il protagonista di Aspetta primavera Bandini, quattordicenne figlio di immigrati italiani in Colorado, insofferente della sua condizione di diverso perché povero e perché figlio di stranieri, che preferirebbe chiamarsi John invece che Arturo, innamorato e non ricambiato della compagna Rosa, italiana anche lei, amante del baseball e della cultura americana.

Il titolo ci fa subito capire il periodo dell’anno in cui è ambientata la storia: l’inverno, ma non è un inverno caratterizzato dal clima festoso e pre-natalizio, bensì un inverno duro e rigido. Il Natale per la famiglia Bandini significa ribadire la propria povertà e differenza di classe rispetto alle altre famiglie ed equivale ad assenza di lavoro per Svevo, il burbero capofamiglia, fedifrago e bevitore, e all’impossibilità di fare un regalo adeguato ai suoi figli. Tutto il libro è incentrato sull’attesa della primavera: Svevo e Arturo la aspettano con ansia, il primo per poter tornare a lavorare, il secondo per ricominciare a giocare a baseball.

Sotto l’apparente cinismo spunta però anche la tenerezza di un’atmosfera familiare non edulcorata, ma profondamente realistica, incarnata da Maria, madre devota e cagionevole, e dai desideri del piccolo Arturo, alter ego di Fante e simbolo delle sue umili origini, il quale, riguardo questo libro ha scritto: “Di una cosa sono sicuro: tutta la gente della mia vita di scrittore,tutti i miei personaggi si ritrovano in questa mia prima opera. Di me non c’è più niente, solo il ricordo di vecchie camere da letto, e il ciabattare di mia madre verso la cucina”.

Questo libro è consigliato come regalo ai “Grinch” che non partecipano al tradizionale spirito natalizio, ma che in fondo si sicoglie nel ricordare “il fantasma dei natali passati” in famiglia a chi si trova in un paese lontano e, come la famiglia Bandini, sente la nostalgia di casa e a chi ama le saghe perché soffre ogni volta che arriva all’ultima pagina di un libro.
Come scrive Niccolò Ammaniti nella sua prefazione, Fante è riuscito a “raccontare un piccolo mondo familiare, un paesino striminzito dal freddo con la stessa grandezza con cui Omero narrava le gesta dei greci e dei Troiani”.

Published by
Federica De Mita