Classe 1974, moro e occhi verdi: lui è Filippo Timi, uno degli attori più richiesti del momento.
Sovente racconta di essere stato un adolescente ‘diverso’, non proprio convenzionale a causa del sovrappeso, della balbuzie e del morbo di Stargardt che gli consente di vedere solo i contorni delle figure.
Eppure nonostante gli evidenti problemi fisici Timi è riuscito a costruire una carriera invidiabile e nel frattempo è anche divenuto, con sua sorpresa, una icona sessuale. Complice di questa ‘elezione’ è senz’altro la manifesta libertà di pensiero verso tematiche ‘calde’ come il sesso e il suo orientamento sessuale del quale, nonostante dichiarazioni esplicite di bisessualità, si conosce con certezza ben poco.
Un’altra freccia al suo arco è sicuramente la capacità di ‘umanizzare’ con sorprendente ironia gli handicap umani; la normalità con la quale affronta la condizione di disabile ha creato un filo invisibile tra se stesso e il pubblico, una sorta di ‘corsia preferenziale’ che mira e colpisce direttamente la sensibilità dello spettatore.
Nel suo caso la balbuzie non è motivo di disagio ma una particolarità quasi seducente e il fastidioso difetto della vista gli regala l’espressione accigliata e ‘sanguigna’ che le donne amano tanto.
Al teatro invece ha portato ‘Le metamorfosi’, ‘Amleto’ e attualmente il ‘Don Giovanni’ che, pur avendo diviso la critica, ha registrato una affluenza straordinaria.