Tentò il suicidio, ma fu salvato dal pronto intervento di polizia e ambulanza. Dopo settimane gli arrivò il conto di quel salvataggio, 25 euro. Solo lâintervento dâufficio del difensore civico dellâEmilia-Romagna è riuscito a far annullare il pagamento.
Una storia che avrebbe dellâincredibile, se non fosse assolutamente vera. Ă successo a Ferrara, dove una donna, che vuole rimanere anonima, il 28 novembre scorso ha ricevuto una lettera firmata dallâazienda ospedaliero-universitaria SantâAnna. Le si chiedeva il pagamento, entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento, di 25 euro di ticket per una visita al pronto soccorso. Una sorpresa non da poco perchĂŠ la donna 55enne non riusciva proprio a ricordare quando aveva usufruito delle prestazioni del pronto soccorso. Un poâ di mente locale e, poi, lâamara scoperta. In pratica le si chiedeva di pagare la prestazione ospedaliera ricevuta dal figlio la sera dellâ11 febbraio 2010. Una serata difficile per la sua famiglia, in quanto il ragazzo, allâepoca dei fatti 29enne, aveva tentato il suicidio gettandosi nellâacqua gelida del Po dal ponte di via Padova a Ferrara.
âQuando ho visto quella lettera â ha spiegato la donna â sono rimasta senza parole. In un primo momento ho creduto ad un errore. Poi, mi sono tornati alla mente tutti quei momenti terribili che, a fatica e dopo tanto tempo, eravamo riusciti a lasciarci alle spalleâ. A risvegliare questi dolorosi ricordi, lâavviso di pagamento che intimava il versamento entro 15 giorni, perchĂŠ si trattava del secondo avviso. Il primo era stato giĂ emesso il 24 maggio 2010 ma a causa di un cambio di domicilio del figlio, non era mai stato recapitato.
La donna però non si è data per vinta e forte del proposito di non avere âalcuna intenzione di pagareâ, visto che il figlio quella notte non era andato al pronto soccorso di sua iniziativa. Lo avevano portato in ambulanza, infatti, âdopo un intervento della polizia che lo ha salvato in extremis. Tutto questo è ingiustoâ. Dopo aver chiesto spiegazioni al numero di telefono trovato sulla lettera, âMi hanno detto che mio figlio era entrato in pronto soccorso in stato confusionale e che sulla cartella câera scritto solo questoâ. La 55enne non si è data per vinta e a fine novembre si è recata in Procura per avere tutte le carte e i verbali relativi a quella âmaledettaâ sera. âPorterò tutto al SantâAnna, nella speranza che, visto tutto quello che è accaduto, riconoscano che quel ticket non deve essere pagato. Non è tanto per cifra â è lâamara conclusione â quanto per il gesto. Con tutto quello che abbiamo passato in questi anni, anche questa beffa non ci volevaâ.
La notizia è divenuta di dominio pubblico e nella giornata di ieri ha trovato il giusto epilogo. Il difensore civico della Regione Emilia-Romagna, figura di garanzia che aiuta la cittadinanza in caso di disfunzione amministrativa, è intervenuto dâufficio â eventualitĂ che si verifica solo in casi macroscopici â riuscendo a fare annullare il pagamento.