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Categorie: Cultura News

Baglioni, dieci dita e una voce in ConVoilive

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redazione

Claudio Baglioni riparte da Padova con un progetto in tre fasi, ispirato al nuovo album di inediti ConVoiLive, esibendosi dal vivo.
Un progetto che – dalle prossime vacanze di Natale 2013 fino all’estate 2014 – vedrà il cantautore impegnato in recital e concerti dal vivo, nei teatri e nei palasport delle principali città italiane e si concluderà con un percorso finale a sorpresa. Denominatore comune delle tre fasi sarà il rapporto stretto e diretto con il pubblico.
Il cantautore porterà la magia di questo innovativo spettacolo live che ha già raccolto, nelle due edizioni precedenti, grandi apprezzamenti da parte di pubblico e critica.

Il “Dieci Dita Tour” prevede infatti una serie di concerti-evento in cui Claudio Baglioni, solo sul palcoscenico, si racconta con il solo accompagnamento di pianoforte, tastiere e chitarre.
Il cantautore proporrà, oltre ai suoi più grandi successi, anche i brani meno conosciuti del suo immenso repertorio e regalerà al suo pubblico, prima di ogni esibizione, qualche piccolo aneddoto del suo passato condividendo così le sue emozioni ed i suoi ricordi più personali.

Il nome del tour – Dieci Dita – vuole essere un richiamo alle dita delle mani, gli “strumenti” del suo lavoro, che suonano i tasti del pianoforte e toccano le corde della chitarra raccontando il suo straordinario percorso nel mondo della musica, un recital teatrale che vede Baglioni solo sul palco – pianoforte, chitarra e voce – nella triplice veste di autore, interprete e narratore.
Denominatore comune di queste tre fasi live, insieme alla proposta di novità tecniche e logistiche, è il rapporto sempre più stretto e diretto tra uno dei più grandi protagonisti della musica italiana e quanti amano l’energia e la poetica di una voce che non ha eguali e le emozioni forti di un repertorio straordinario, costellato di grandi successi indimenticabili e senza tempo.

Più di tre ore di musica, per il one man show giunto alla terza edizione e che si trasforma in progetto itinerante: dopo Padova (20, 21 e 22 dicembre) sarà la volta di Roma (25, 26 e 27 dicembre), Cagliari (28 e 29 dicembre) e Milano (il 3, 4 e 5 gennaio).
Cancellato il tour autunnale di presentazione del disco, causa l’abituale faringite, in attesa di decidere se andare a fare il superospite a Sanremo da Fazio, il cantautore romano presenta il disco, assemblato con le canzoni, 12 tracce più 3 brani strumentali e corali, fatti uscire in sequenza da sole: «Un work in progress – racconta il cantautore – dove ogni canzone è stata costruita dialogando col pubblico attraverso il blog e uscendo in maniera cadenzata su iTunes. Un brano alla volta, una storia alla volta. Senza fretta, ascoltando umori e osservazioni degli ascoltatori». Rock ballad
energiche e incalzanti si alternano a melodie larghe e citazioni dai Procol Harum a Puccini, fino a Lorenzo il Magnifico, la cui famosa quartina «Chi vuol esser lieto sia..» viene ripresa in “Gli anni della gioventù” per dare sostanza al Baglioni-pensiero: «La letizia ha per me il senso della curiosità e della passione. Viviamo un periodo buio, ma guai a far prevalere la rassegnazione!».

Doveva essere il frutto della sua nuova vena da immediate songs da mettere serialmente in rete, e invece è stato come al solito un disco laborioso. Ma una novità c’è: i testi, che erano il suo maggior cruccio artigianale, li ha scritti in pochissimo tempo, e si sente, nel senso che scorrono lisci e agili su complessi arrangiamenti in cui, per sua volontà, si avvertono i riverberi di paesaggi ispirati alla diversità del mondo.
“Nato così, cuore di cervo, illuso o no ladro di stelle” in questo c’è tutto il vecchio Baglioni, ma poi conclude con Isole del sud, dove il dramma dei migranti è cantato con rara intensità poetica, segno, questo sì, di un nuovo Baglioni.
Il cantautore torna da solo a suonare il pianoforte: «Quando sei solo sulla scena, tutto diventa essenza e torna a essere com’è stato scritto e a mani nude. Ti devi fidare di emozioni pure. È il concerto che provo di meno, non so se per presunzione o incoscienza, ma anche per sorprendermi ogni volta».

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