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Categorie: Cultura News

Il cinepanettone: trent’anni di critiche, risate e successi

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Cristian Sciacca

Correva l’anno 1983 quando quella vecchia volpe di Aurelio De Laurentiis ebbe un’intuizione: sfruttare il grande successo della commedia estiva Sapore di mare (prodotta da Claudio Bonivento), trasponendola in una location sempre vacanziera ma dominata dal bianco della neve e dall’atmosfera natalizia (venne scelta per l’occasione Cortina d’Ampezzo). Nasce così il primo Vacanze di Natale, l’archetipo del cinepanettone, filone che, a suo modo, ha fatto per trent’anni la storia del cinema italiano.

De Laurentiis ha però altre due intuizioni: far uscire il film a ridosso di Natale, per garantire al progetto la buona riuscita commerciale, e soprattutto mantenere alla regia quel Carlo Vanzina che in quegli anni era già un nome noto della nuova commedia all’italiana, non soltanto grazie a Sapore di mare, ma anche alle collaborazioni con Diego Abatantuono e i Gatti di vicolo Miracoli (Una vacanza bestiale e Eccezzziunale…veramente, per citarne due).

Anche il cast viene prelevato in parte da Sapore di mare: i protagonisti del primo Vacanze di Natale sono infatti Jerry Calà, Christian De Sica, Karina Huff e Guido Nicheli, a cui si aggiungono il giovanissimo Claudio Amendola, Antonella Interlenghi, Stefania Sandrelli, Mario Brega e persino una Moana Pozzi ante-litteram.

Il resto è storia: Vacanze di Natale fu un successo. Incassò tre miliardi di lire e rappresentò la consacrazione per De Sica junior, Calà (e il suo tormentone “Non sono bello, piaccio!”) e Amendola, che nella seconda metà degli anni ’80 virò sul cinema drammatico-neorealista di Marco Risi.

Il secondo cinepanettone vede invece la luce ben sette anni dopo il primo: nel dicembre del 1990 esce Vacanze di Natale ’90, diretto da Enrico Oldoini (Yuppies 2). Ambientato a St. Moritz, il film vede il debutto nel filone di Massimo Boldi, ideale spalla milanese del romanaccio De Sica. Oltre a lui, il parco delle new-entry comprende anche Diego Abatantuono (e il suo classico terrunciello) ed Ezio Greggio, allora in piena ascesa anche in TV.

L’anno dopo ecco il tris, Vacanze di Natale ’91, ancora ambientato a St.Moritz e dotato di una trama copia e incolla rispetto all’episodio precedente. Il film si ricorda soprattutto per le irresistibili gag della coppia (di fatto nel film) Andrea Roncato – Nino Frassica e per il gustosissimo cameo di Alberto Sordi, nei panni del cameriere Sabino.

Altri quattro anni di stacco, in cui De Laurentiis produce con Vanzina e Oldoini S.P.Q.R. e Anni ’90, e si riprende con Neri Parenti al timone di Vacanze di Natale ’95, uno degli episodi più celebri della saga, specie per la presenza di Luke Perry (il Dylan McKay di Berverly Hills 90210), idolo delle teenager dell’epoca. Spostata la location ad Aspen, in Colorado, ritroviamo l’inseparabile coppia Boldi-De Sica alle prese con la solita sequela di gag basate sempre meno sugli equivoci e sempre più su comicità di natura grossolana, spesso e volentieri tendente alla volgarità e all’ambito sessuale. E’ in questo periodo, a metà anni novanta, che si cominciano a creare le prime frange anti-cinepanettone.

Passa dunque un altro lustro senza Vacanze di Natale, caratterizzato però da Tifosi e Paparazzi, che introducono la moda della commistione tra cinema e star system: numerose infatti le partecipazioni in questi film di personaggi provenienti dal mondo della tv, della moda e del calcio (citatissimo ancora oggi il cameo di Aldo Biscardi e Maurizio Mosca in Tifosi).

Sul finire del millennio però, Carlo Vanzina torna alle origini, realizzando nel ‘99 Vacanze di Natale 2000, ambientandolo di nuovo a Cortina. Anche qui abbiamo la carrellata dei soliti personaggi proposti da Boldi e De Sica, coadiuvati dalle dive di turno (Megan Gale e Carmen Electra) e da una squadra di comprimari che annovera gli habituè Nino D’Angelo e Paolo Conticini e l’ingresso di Enzo Salvi. Curiosità: la sigla d’apertura è un perfetto calco di quella del primo Vacanze di Natale, che si apriva sulle note di Moonlight Shadow sullo sfondo di un impianto sciistico.

Dopo Bodyguards (2000) si entra ufficialmente nell’epoca d’oro del cinepanettone. Nel 2001 esce Merry Christmas, ambientato ad Amsterdam (da segnalare le new-entry di Biagio Izzo e dei Fichi d’India), mentre nel 2002 inizia il ciclo dei Natale a, aperto da Natale sul Nilo e Natale in India, pellicole criticatissime per il vasto campionario di volgarità, espressa in parolacce e nudità.
Il 2004 è l’anno di Christmas in Love, episodio che calca la mano sui camei e sulle partecipazioni prestigiose (quelle di Ronn Moss Ridge e Danny De Vito su tutte).

Nel 2005 avviene invece il grande scisma: dopo Natale a Miami si assiste alla separazione (polemica) fra De Sica e Boldi, che provoca la nascita di un secondo filone di cinepanettoni, realizzati a turno dai vari Vanzina, Oldoini e Claudio Risi, con protagonisti proprio Boldi, Salvi, Biagio Izzo e altri caratteristi provenienti dal cinepanettone classico. Ad aprire questa nuova serie di pellicole è Olè (2006).

Il filone originario, dal canto suo, prosegue ininterrottamente dal 2006 al 2011, completando il giro del mondo, da New York a a Rio, da Beverly Hills al Sudafrica, per tornare di nuovo alle origini nel 2011 con Vacanze di Natale a Cortina, sempre per la regia di Parenti. In quest’ultima parte, la struttura del cinepanettone diventa policentrica, mostrando le vicende dei diversi personaggi (interpretati da Massimo Ghini, nuova spalla di De Sica, Sabrina Ferilli, De Luigi e la Hunziker) incastrate tra loro.

E adesso? Adesso il cinepanettone è in piena crisi. Un pò per il mancato ricambio generazionale. Un pò perché dopo trent’anni, oltre che fisiologico, è anche giusto così. Nonostante lo stesso De Sica abbia parzialmente fatto dietrofront in merito alle dichiarazioni sull’addio al filone (specificando che la fine di cui aveva parlato si riferiva solo a quella di un vecchio contratto che lo legava a De Laurentiis), anche solo dando un’occhiata alla locandina del più recente Colpi di fortuna (che di cinepanettone ha solo il periodo d’uscita), si ha la sensazione di assistere al crepuscolo di ciò che è nato in quel galeotto 1983.

Molti ne saranno felici. Agli altri rimarrà un sorriso nostalgico.

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Cristian Sciacca