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Categorie: News Politica

Twitter e le istituzioni italiane poco social

Published by
Matteo Sacchi

Il primo fu quello dei “trombati”. Subito dopo lo scrutinio delle schede alle elezioni dello scorso marzo, lo staff Twitter di Palazzo Chigi si lasciò sfuggire un’espressione che ha poco a che vedere con il gergo altisonante delle leggi e dei cerimoniali da palazzo e fa più venire in mente le abitudini private di alcuni politici. Probabilmente Freud avrebbe avuto qualcosa da dire a proposito del tweet che parlava degli esclusi dai seggi parlamentari definendoli col poco onorevole aggettivo.

Se questo tweet è passato alla storia come la prima caduta di stile delle nostre istituzioni sul social dei 140 caratteri, ieri un altro messaggio ha destato scalpore tra gli utenti. Questa volta le parole erano trasmesse dal profilo della Questura di Roma e paragonavano il riordino di uno dei loro magazzini allo sgombero di un campo nomadi. Parole piene di razzismo che in nessun modo avrebbero potuto passare inosservate al grande occhio del web che si è subito scagliato contro l’assurdo paragone.

Immediata la risposta della questura che ha attribuito il tweet ad un esterno che non farebbe parte dello staff web della Questura. Il tweet è stato subito eliminato e ne è stato pubblicato un altro di chiarimento.

A parte tutte le implicazioni che possono avere i tweet selvaggi, soprattutto se partono da enti marchiati dall’effige della Repubblica Italiana, tutte le nostre istituzioni dovrebbero quantomeno formare una o più persone che si occupino della gestione dei profili social e che possiedano quantomeno la caratteristica basilare del buonsenso. In caso contrario, soprattutto i piccoli comuni, possono incorrere in strafalcioni enormi ed imbarazzanti. Bastano infatti pochi minuti di navigazione tra i tweet dei comuni italiani per imbattersi in messaggi che lasciano quantomeno perplessi, uno su tutti quello postato dal Comune di Cercola.

Nel 2013, in un paese che si definisce avanzato, ci si aspetta che chi scrive in rappresentanza di organi ufficiali sia minimamente capace di utilizzare decentemente la lingua italiana e soprattutto che staff a cui sono affidate le comunicazioni di organi importanti, come Governo e Magistratura, non siano così distratti da permettere la pubblicazione di post di cui doversi immediatamente giustificare con utenti indignati. Ci sono già abbastanza ragioni per essere imbarazzati e gli strafalcioni dell’era social proprio non servono.

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Matteo Sacchi