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Categorie: Calcio News Sport

Da Unzaga a Ibrahimovic: 100 anni di rovesciata

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Andrea Parisotto

Cile, 1914. Azione offensiva, l’attaccante in leggero anticipo rispetto alla traiettoria del cross. Il cuore batte forte, è un attimo. Nemmeno il tempo di pensarlo che il corpo si muove in aria al contrario, la testa verso il terreno e i piedi al cielo. L’impatto con il pallone è violento, al volo. La rete si gonfia, Ramón Unzaga inventa la rovesciata.
Il funambolico calciatore nato in Spagna ma emigrato in Cile non è consapevole che quel suo gesto, tutto istinto, tecnica e coraggio ispirerà milioni di persone e segnerà per sempre il gioco del calcio.
Gli interpreti che, nel corso di un secolo, si diletteranno in questa acrobazia saranno tra i campioni in assoluto più acclamati al mondo.

In Italia il concetto di rovesciata rimanda ovviamente al mitico Carlo Parola, il cui gesto, immortalato ai margini di uno scialbo Fiorentina-Juventus dal fotografo Corrado Bianchi, diventò presto una vera e propria icona. La rovesciata del difensore bianconero infatti venne scelta come immagine degli storici album Panini, accompagnando la crescita di moltissime generazioni di sognanti bambini.
Il primo calciatore italiano ad importare “la cilena” fu tuttavia nel 1939 Silvio Piola. Davanti ad un San Siro gremito si disputava infatti Italia-Inghilterra. La partita finirà poi 2-2 con una rete in rovesciata dell’attaccante italiano, tra le proteste dei difensori inglesi. Nonostante Piola abbia ammesso negli spogliatoi di aver effettivamente toccato la palla con la mano, il suo gesto lo fece diventare un maestro per quanto riguarda questa pazza acrobazia.

Dal dopoguerra in poi gli allievi, di prestigio e non, non sono davvero mai mancati.
Alessandro Del Piero decise uno scudetto fornendo uno splendido assist in rovesciata al compagno Trezeguet; Gianluca Vialli, celebre quella contro la Cremonese, ne fece un suo marchio di fabbrica; Igor Protti illuse i tifosi del Bari di una salvezza che purtroppo non arriverà mentre Francesco Moriero si tolse lo svizio di segnare in quel modo sia con la maglia dell’Inter che con la Nazionale Italiana. Rimane impressa nella mente dei tifosi del Piacenza la mitica rovesciata di Pasquale Luiso, gesto straordinario e davvero ricercato dell’attaccante nato a Sulmona, che contribuì a fissare sul punteggio di 3-2 una storica sfida con il Milan, anno 1996.
Più recentemente altri giocatori come Zampagna, Loria, Quagliarella e Osvaldo, autore di una rete bellissima e annullata contro il Lecce, hanno incantato il pubblico con le loro acrobazie, ricevendo applausi a scena aperta e testimoniando così il valore, ancora indiscusso, della scuola italiana.

Non che all’estero scherzino. Uno degli interpreti più famosi è senza dubbio un calciatore ex Inter, Youri Djorkaeff. La sua rovesciata eseguita nel 1997 da posizione impossibile contro la Roma, oltre ad esser diventata copertina dell’abbonamento dell’anno successivo, rimane uno dei goal più belli mai siglati al mondo.
E come dimenticare il più grande numero 9 di sempre, Marco Van Basten che segnò diversi goal in acrobazia, sia con la maglia del Milan, che con quella dell’ Ajax.

Tra i primi calciatori stranieri ad utilizzare questo tipo di prodezza per rubare il tempo al difensore troviamo, ovviamente, O’Rey Pelè. Il suo gesto andò addirittura oltre i confini dello sport arrivando sino al mondo del cinema dove venne immortalato nel famoso film “Fuga per la vittoria“.
Più recentemente ricordiamo invece l’acrobazia con cui Rooney decise un derby di Manchester e soprattutto quello che a detta di tutti è stato riconosciuto come il goal più bello del 2013, la rovesciata di Zlatan Ibrahimovic contro l’Inghilterra.

Su questo straordinario gesto tecnico non mancano tuttavia alcune voci fuori dal coro. La più significativa quella del maestro Arrigo Sacchi che, nel corso degli anni, ha sempre sostenuto che la rovesciata nasce da un errata posizione dell’attaccante che di fatto, avendo anticipato il movimento, si trova fuori posizione. Un’analisi corretta e legittima che non toglie però meriti alla spettacolarità e al coefficiente di difficoltà dell’acrobazia.
La rovesciata rimane il gesto tecnico che più affascina, sarà per quel suo “quasi toccare il cielo”, per quella breve e intensa sensazione di volare sospesi sul campo. La speranza è che il gesto inventato da Unzaga e tramandato sino a Ibra possa continuare ad ispirare decine di generazioni di calciatori. Buon compleanno rovesciata, e grazie. 100 di questi giorni.

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Andrea Parisotto