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Categorie: Cultura News

Smetto quando voglio, storie di vita reale al cinema

Published by
Giorgia Ilacqua

Storie vere di laureati che si adattano ai lavori più umili in un’Italia dove l’intelligenza viene messa al secondo posto rispetto alla praticità. Ma il primo lungometraggio di Sydney Sibilia non è una denuncia alla nostra società, bensì viene presentato per quello che è, una commedia per far divertire il pubblico. In uscita nelle sale il 6 febbraio 2014, Smetto quando voglio vanta un cast d’eccezione composto da Edoardo Leo, Valeria Solarino,Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero de Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Sergio Solli, Pietro Sermonti e Neri Marcorè, nel ruolo del cattivo.

Il regista Sydney Sibilia racconta che l’ispirazione è arrivata dopo aver letto un articolo su Repubblica in cui laureati in Filosofia con 110 e lode si erano rassegnati a lavorare come netturbini. Alcuni aneddoti introdotti nella pellicola sono fatti accaduti nella vita quotidiana a cui il regista ha assistito. Le riprese del film sono incominciate il 6 maggio scorso a Roma, nei quartieri Termini, Eur, Ostiense e Torrino.

Smetto quando voglio racconta le storie vere di brillanti laureati nelle discipline più complesse che svolgono lavori molto umili. Due latinisti lavorano come benzinai, un neurobiologo è il lavapiatti di un ristorante cinese, un economista sfrutta le sue conoscenze per giocare a poker, un antropologo cerca di farsi assumere come sfasciacarrozze e un archeologo assiste gli operai per gli scavi nei centri storici. Scene divertenti al limite dell’assurdità, come l’antropologo a cui scappa una parola colta durante il colloquio ma per farsi assumere prima nega e poi parla della laurea come un errore di gioventù, o i benzinai che litigano in latino, il neurobiologo con la massima aspirazione di diventare cameriere nel ristorante per avere un giorno di riposo a settimana.

Queste menti geniali vengono riunite da un loro ex collega, Pietro Zinni, ricercatore di 37 anni che viene licenziato dopo i tagli all’Università, per creare e mettere in commercio una nuova droga con sostanze illegali che combinate tra loro diventano legali. Si forma così una banda di criminali, senza effettivamente commettere crimini. Ben presto arriva il successo, ma è difficile gestirlo per chi non ha avuto mai tanti soldi.

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Giorgia Ilacqua