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Categorie: Calcio News Sport

Crisi Santander, ora i giocatori scioperano sul serio

Published by
Nicolò Casali

Già tempo fa vi avevamo raccontato della delicata situazione che stava attraversando il glorioso club spagnolo del Racing Santander, finito in pochi anni dall’Europa League alla Segunda Division B (la nostra Lega Pro Prima Divisione, nonché l’ex C1) a causa di una crisi societaria che sembra non avere fine.

I giocatori e tutto lo staff tecnico non percepiscono lo stipendio dallo scorso settembre, e per mostrare al mondo il loro sdegno nei confronti di una proprietà che non sta mantenendo le promesse, hanno deciso di non disputare la gara di ritorno di Coppa del Re contro il Real Sociedad (vittorioso all’andata per 3-1), gara valevole per l’accesso alle semifinali contro il Barcellona, ovvero una sfida che poteva essere il giusto premio per una stagione che, nonostante la complicata situazione, li vede dominare il proprio campionato e che li ha visti eliminare in coppa squadre di livello superiore del calibro di Siviglia e Almeria. Proprio contro quest’ultimi, durante i primi trenta secondi della gara d’andata, i giocatori hanno deciso di stare immobili nella loro metà campo davanti alla solidarietà dei bianco-rossi, ma la partita ha poi avuto modo di riprendere.

Contro gli andalusi, invece, hanno deciso di unirsi in un un cerchio simbolico nella propria metà campo (la stessa cosa ha fatto la panchina all’esterno del terreno di gioco ndr), solamente che, in questo caso, dopo ben 58 secondi l’arbitro ha deciso di decretare la sconfitta a tavolino dopo un colloquio con il capitano.

A dir la verità, la notizia era già nell’aria dato che lo sciopero era stato annunciato dai giocatori stessi lo scorso lunedì attraverso un comunicato in cui avevano chiesto esplicitamente le dimissioni del presidente e di tutta la dirigenza, ma in molti hanno pensato fosse soltanto una sorta di minaccia intimidatoria. Ora il club bianco-nero-verde rischia un’ammenda dai 3.000 ai 6.000 euro e l’estromissione dalla prossima Coppa del Re, anche se non è nulla al confronto della possibilità concreta di sparire dal panorama calcistico.

Un caso simile è successo anche in Italia nel dicembre del 2010, quando i giocatori del Catanzaro (che in quell’occasione sfidava il Pomezia), in segno di protesta nei confronti della società, al fischio d’inizio si sono seduti per terra per poi rialzarsi un minuto più tardi riprendendo il gioco.

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Nicolò Casali