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Categorie: News

I marò ostaggio della campagna elettorale, rischiano la pena di morte

Published by
Giulia Papapicco

Si va verso la politicizzazione del caso marò? Questa sembra una delle ipotesi più plausibili alla luce delle indiscrezioni emerse in questi ultimi giorni e che fanno davvero pensare all’utilizzo scellerato di un caso internazionale in piena campagna elettorale. La signora ministro Emma Bonino ieri a Rainews24 è stata molto precisa nello spiegare la sua posizione di ministro degli Esteri: “Se si venissero a confermare domani queste indiscrezioni si creerebbe una situazione inaccettabile perché i nostri marò non sono terroristi, né è terrorista lo Stato italiano. Questo per noi è inaccettabile“.

Le voci che giungono dall’India farebbero riferimento all’intenzione di far ricorso alla legge antiterrorismo, quella che proprio una settimana fa invece, sembrava allontanarsi definitivamente dalla vicenda dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Ennesimo ribaltone o presa in giro, che dir si voglia, qualora venisse confermata davvero l’intenzione del Tribunale di New Delhi. A poco servono, e poco convincono alla luce di tutti questi rinvii e farse, le voci rassicuranti che vorrebbero invece una diversa interpretazione della legge anti-pirateria o Sua Act: si farebbe infatti ricorso a una versione edulcorata dell’accusa, arrivando quindi ad escludere la pena di morte.

Si prospetta quindi una serrata lotta fra accusa e difesa. Innanzitutto i rinvii non faranno più parte dei giochi e poi bisognerà attendere solo qualche giorno poiché sicuramente la corte avrà bisogno di qualche momento in più rispetto al consueto, per rielaborare il tutto, sempre che le parti riescano a fronteggiarsi in un solo giorno, cosa assai improbabile. Nel frattempo il ministro della Difesa, Mauro, si è recato in India per essere vicino ai marò nel momento più decisivo della loro disavventura senza fine che si protrae dal 15 febbraio 2012.

La signora ministro degli Esteri ha dichiarato: “Talune anticipazioni sull’iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di Marina mi lasciano interdetta e indignata. Se confermata, l’applicazione del Sua Act sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma. […]La macchina della reazione si metterà in moto subito“. Ecco perché oggi si prospetta una serratissima discussione fra gli avvocati.

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Giulia Papapicco