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Categorie: News Sport

Sochi: Ireen Wust regina del pattinaggio, primo oro per un’atleta lesbica

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Giorgio Bruni

Una straordinaria Ireen Wust si “riprende” i 3000 femminili dopo otto anni dalla sua prima gioia a cinque cerchi. La 27enne olandese è la prima campionessa olimpica dello speed skating femminile a Sochi 2014. La stella della nazionale orange ha termina la sua prova in 4’00’’34, non andando lontana dal suo primato stagionale. Precedute sul podio la grande favorita della vigilia, nonché campionessa in carica, Martina Sáblíková e la russa Olga Graf, a sorpresa di bronzo.L’olandese Ireen Wust, già campionessa olimpica a Torino 2006, ha vinto la medaglia d’oro nella gara dei 3000 metri di pattinaggio di velocità.
Si è arresa all’olandese la campionessa in carica Martina Sáblíková. La ceca ha ottenuto a sua volta la quarta medaglia olimpica della carriera ma nulla ha potuto contro lo strapotere della Wust. Il tempo finale segna 1″61 di ritardo che ha portato la pattinatrice della Repubblica Ceca sul secondo gradino del podio. La Sáblíková non ha nascosto la delusione ma al momento della cerimonia è tornata sorridente.

Finalmente è arrivata la prima medaglia anche per la Russia. Olga Graf si è piazzata al terzo posto con 3″13 di ritardo dalla vincitrice andando oltre i pronostici. Dopo tante delusioni la nazionale di casa si ritrova così con un primo metallo conquistato da un’atleta che in pochi prevedevano a questi livelli. Sfiora l’impresa anche la tedesca Claudia Pechstein che si è dovuta accontentare della quarta posizione davanti all’altra olandese Annouk Van der Weijden. Chiude al ventiquattresimo posto l’unica italiana in gara, Francesca Lollobrigida, con il tempo di 4’16”52.
Ireen Wust a ventisette anni è già una leggenda di questa specialità. Per l’atleta di Goirle si tratta della quarta medaglia olimpica in carriera, la terza d’oro, da sommare alle ventisei mondiali.

Ireen Wust non ha solo vinto la medaglia d’oro nei 3000 metri femminili di pattinaggio velocità, ma ha segnato anche il primato del primo podio ad un’atleta dichiaratamente lesbica, in un’olimpiade contraddistinta da polemiche sulla maggiore o minore ostilità dei padroni di casa verso i gay.

Il podio
1. Irene Wust (Olanda) 4:00.34
2. Martina Sablikova (Rep. Ceca) +1.61
3. Olga Graf (Russia) +3.13

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Giorgio Bruni