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Categorie: Cultura News

Arte e amore si incontrano per San Valentino

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Martina Amantis

Artisti, ma prima di tutto persone che hanno vissuto intensamente le gioie e i tormenti della vita. Da creativi hanno scelto la pittura per sfogare le emozioni più profonde traducendole in opere indimenticabili, di fronte alle quali rimanere incantati come ai piedi di un miraggio. E l’Amore è il sentimento che da sempre muove i meccanismi dell’universo, che sia pura felicità o profonda disperazione, e per questo lo troviamo rappresentato in molti capolavori come manifestazione ideale o come specchio di esperienze personali.

San Valentino ci regala l’opportunità di ricordare ancora una volta queste opere grandiose attraverso le quali scoprire i dettagli che ne hanno ispirato la creazione e l’approccio ogni volta unico con cui l’artista traduce il proprio sentimento.

Il bacio è quel momento incantato dove due anime si fondono, emblema del romanticismo e della potenza dell’amore. Catullo ne chiedeva mille, e quindi cento alla sua adorata Lesbia, così come i protagonisti di infiniti quadri sembrano desiderarne dai propri compagni. Fracesco Hayez e Gustav Klimt sono riusciti, in due quadri completamente diversi, a racchiudere le immagini più poetiche e suggestive che la storia dell’arte ci abbia donato sul tema. “Il bacio” del primo affascina non solo per la gestualità coinvolgente e l’ambientazione gotico rinascimentale – citazione che ricorda Romeo e Giulietta – ma soprattutto per la cripticità del messaggio che nasconde. Dietro quei giovani amanti rapiti dalla passione si cela la metafora della nuova nazione italiana nata dall’unione e dal sacrificio di tutti gli spiriti patriottici, minacciata dall’ombra che si intravede sul fondo.”Il bacio” di Klimt invece risplende di luce dorata, eleganza e sensualità. L’uomo e la donna sono inginocchiati e si abbandonano in un tenero abbraccio che, da gesto apparentemente banale, si trasforma in manifestazione della pienezza interiore, della completa soddisfazione reciproca.

Nella pittura onirica di Marc Chagall confluisce l’intimità personale, quella vissuta con la prima moglie Bella alla quale il pittore di origine russa ha dedicato una serie di dipinti. Nel “Compleanno” i corpi degli sposi fluttuano nell’aria, alleggeriti dal sentimento che li unisce, fino a ritrovarsi sospesi in un delicato bacio che costringe l’artista ad una posizione impossibile. Ogni dettaglio è reso alla perfezione, come se quell’istante magico invadesse lo spazio e gli oggetti, in un tripudio di serenità incontrollabile. La stessa serenità e quotidianità che si respira nel “A letto, il bacio” del controverso genio francese Henri de Toulouse – Lautrec, esempio più riuscito per realismo e intensità di una serie di opere sullo stesso tema. L’immagine destò moltissimo scandalo all’epoca per la presunta natura omosessuale della passione, consumata tra le lenzuola di un bordello da due prostitute dei sobborghi parigini che Toulouse utilizzava come materia pulsante per la sua arte. L’attimo fotografato sembra essere rubato e ne coglie la sfumatura più sincera e pura, oltrepassando il pregiudizio morale che con tanta determinazione l’artista ha combattuto per tutta la sua vita da emarginato.

Anche il mito ha da sempre alimentato le fantasie sull’amore, permettendo agli artisti di cimentarsi in imprese pittoriche sublimi e d’impatto. Le avventure sensuali del sovrano degli dei Giove – da sempre infedele alla moglie Giunone – sono stati soggetti prediletti per tutto il corso della storia, tanto da ispirare numerose serie a lui dedicate come quella degli “Amori di Giove” del Correggio per il duca Federico II Gonzaga. Nel quadro “Giove ed Io” la vicenda di riferimento è quella della sacerdotessa Io – narrata nelle Metamorfosi di Ovidio – che venne sedotta dal tonante re dei fulmini trasformato in evanescente nube. Lo straordinario equilibrio tra il naturalismo dei corpi e la trasfigurazione poetica rende questa opera un esempio di bellezza rara, così come “Il rapimento di Psiche” di Bouguereau, “Sirene” di Giulio Aristide Sartorio e “Romeo e Giulietta” di Sir Frank Dicksee che sfruttano la stessa ambientazione classica per declamare l’archetipo della passione e dell’amore letterario.

L’altra faccia della medaglia, quella del sentimento tormentato, è preferita dagli animi indomiti di Edvard Munch e Renè Magritte. “Il bacio con la finestra” di Munch ritrae una coppia misteriosa, avvolta nei colori scuri della notte, che senza tenerezza o complicità si lascia andare all’impeto della passione. Non c’è gioia, non c’è calore in quei due corpi indistinguibili che sembrano lottare l’uno contro l’altro per sottolineare la tensione costante tra amore e paura, unione e distacco, compagnia e solitudine. Ne “Gli amanti” di Magritte invece fa da padrona l’angoscia, simboleggiata dai lenzuoli bianchi che avvolgono il volto dei due personaggi e dal colore rosso, eco mortale che riflette sull’imprevidibilità della vita.

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Martina Amantis