Quasi quattro italiani su dieci risultano “tecnoesclusi”, ovvero completamente tagliati fuori dalle tecnologie digitali: 37 su 100 non hanno mai usato internet, né un computer; un dato che ci vede estremamente in ritardo rispetto agli altri Paesi europei (in Europa la media di tecnoesclusi è del 20%, in Svezia è il 3%).
Questi dati “fanno emergere un’Italia che solo in una fascia specifica della popolazione, cioè i giovani under 40, accede alle nuove tecnologie, mentre registra un gap tecnologico ancora forte nelle fasce di età fra i 45-60 anni“.
I numeri possono apparire sconcertanti, ma se analizziamo più a fondo la questione e pensiamo alla situazione infrastrutturale del nostro Paese, non risulta difficile immaginare che rispondano pienamente alla realtà dei fatti. La qualità dei mezzi tecnici con cui ci si connette a internet rappresenta uno degli indicatori chiave individuati dall’Unione europea per misurare il digital divide. Secondo i dati ISTAT, in Italia solo il 59,7% delle famiglie accede alla rete da casa utilizzando una connessione a banda larga. Anche se negli ultimi sette anni è aumentata considerevolmente la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a internet da casa (dal 14,4% del 2006 al 59,7% del 2013), nel confronto internazionale la percentuale di famiglie italiane che dispone di un accesso a internet mediante banda larga è decisamente inferiore alla media europea. La quota di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 74 anni che possiede una connessione veloce è pari al 55% contro il 73% della media europea. Dopo l’Italia troviamo solo Bulgaria, Grecia e Romania (intorno al 50%), mentre Svezia, Regno Unito, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Germania registrano un tasso di penetrazione che supera l’81%.
La situazione presenta, inoltre, una sensibile variabilità territoriale. Nelle regioni del Centro-Nord il 62,4% delle famiglie dispone di una connessione veloce, tra cui in primis la Provincia Autonoma di Bolzano, il Veneto, l’Emilia Romagna e la Lombardia. Le regioni più svantaggiate restano quelle del Mezzogiorno, in particolare il Molise, la Calabria e la Sicilia.
Tra le famiglie si osserva un forte divario tecnologico da ricondurre a fattori di tipo generazionale, culturale ed economico. Tra le famiglie costituite da sole persone di 65 anni e più appena il 12,2% dispone di una connessione a banda larga, mentre tra le famiglie con almeno un minorenne la quota sale all’84,8%; anche qui con forte divario tra Centro-Nord e Sud del Paese.
Tornando ai tecnoesclusi di Observa, secondo i curatori dell’Annuario Bucchi e Saracino, nel complesso “dieci anni di dati ci dicono che il vero problema non è l’assenza di una cultura scientifica. Il nodo critico, in questi dieci anni, resta la fragilità di una cultura della scienza e della tecnologia nella società: di una cultura che sappia discutere e valutare i diversi sviluppi e le diverse implicazioni della scienza e della tecnologia evitando le opposte scorciatoie della chiusura pregiudiziale e dell’aspettativa miracolistica”.