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Categorie: Cultura News Televisione

La Gialappa’s vittima di manipolazione mediatica: “Colpa di Repubblica.it”

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Alessia Di Raimondo

La Gialappa’s Band per la vittoria di Rocco Hunt tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2014 ha commentato con ironia e lingua speziata la vicenda e il personaggio, come di consueto. Lo stile della Gialappa’s è ed è sempre stato questo e i “Mai dire Grande Fratello” firmati da loro e contraddistinti dalle loro inconfondibili voci sono piaciuti sempre proprio per questo: per l’ironia, l’occhio a infrarossi che non perde una scivolata, le battute pungolanti dal tono sarcastico, a volte innocue, talvolta forse eccessive.

Di eccesso forse si è trattato in Radio quando il trio ha preso di mira Rocco Hunt, rapper napoletano, in occasione della premiazione per la vittoria di Sanremo 2014 tra le Nuove proposte con “Nu juorno buono” con una battuta dal sapore razzista. Vero o storpiato? Una manipolazione mediatica c’è indubbiamente stata ed è stata Repubblica.it a firmarla in prima linea, poi scopiazzata a ruota da altre testate che – attivato il perverso meccanismo della duplicazione sfrenata delle notizie, saltando lo step della verifica delle fonti – hanno riportato la stessa battuta e le stesse considerazioni della testata “madre” senza curarsi di interpellare la band per una dichiarazione di rettifica.

La battuta che infiamma la querelle è la seguente: “Sta Terra dei fuochi, ma chi se ne fotte…”. Certo, una battuta forte, infelice, inopportuna data la delicatezza delle vicende che piegano il territorio campano. Il processo alle intenzioni non ha valore e probabilmente non si celava un intento razzista in quelle parole, forse uscite di getto, senza riflettere sulle possibili ripercussioni che avrebbero avuto eco esponenziali di lì a poco. Altri luoghi comuni su Napoli hanno infarcito l’intervento radiofonico del trio di spunti per indisporre napoletani e noi, disturbati dalla mal riposta ironia.

Bastavano delle scuse, un chiarimento e tutto sarebbe rientrato. La manipolazione mediatica che, invece, ha preso piede nei giorni seguenti – aggiunta ai commenti su Twitter che gli utenti in rete hanno gettato contro la band, con insulti, manifestazioni di delusione e ribrezzo, e disparati epiteti – si risolve oggi in una dichiarazione del trio attraverso il profilo Facebook ufficiale per chiarire definitivamente l’accaduto e manifestare il disappunto per l’accanimento mediatico ricevuto.

Sul Profilo Facebook della Gialappa’s si legge oggi questo comunicato:

Non avremmo mai immaginato di dovere dare ragione a Beppe Grillo, ma la qualità dell’editoria in questo paese ha davvero raggiunto livelli molto bassi. Ieri Repubblica.it ha riportato in modo falso e tendenzioso la notizia sulle polemiche che si sono scatenate in rete, in seguito ad alcuni nostri commenti durante la cronaca in diretta da Sanremo. Non è vero che il web si è scatenato contro di noi, mentre in pochi ci hanno difeso, in realtà è accaduto esattamente il contrario. Abbiamo subito un attacco raid down organizzato in pochi minuti attraverso la rete, da persone che non stavano neppure seguendo la trasmissione, quindi, sulla base di pezzi di frasi riportate, montate ad arte e stravolte nel senso, ma si è trattato di poche centinania di persone, mentre altre migliaia, che invece stavano seguendo la trasmissione e hanno capito perfettamente il senso delle battute, ci hanno difeso e mostrato la loro solidarietà. Ci è sembrato quantomeno inopportuno che una testata nazionale riportasse una notizia manipolandola ad arte, senza neppure interpellare i diretti interessati. Chiudiamo qui questa spiacevole polemica, sperando che il nuovo sport nazionale del cyber tiro al piccione passi presto di moda.

Vicenda conclusa. Incidente chiarito. Torna la quiete e si torna a parlare di Spettacolo.

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Alessia Di Raimondo