Il Presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha firmato il 24 febbraio la legge che prevede l’ergastolo per gli omosessuali.
Religiosi cristiani e politici ugandesi, affermano, poi, che si deve assolutamente impedire ai gay occidentali di “reclutare” per le adozioni i bambini del loro Paese, aggiungendo «Ci dispiace che voi occidentali viviate in questo modo, ma non vi diciamo niente».
La promulgazione di questa legge, non unico caso al mondo peraltro, ha ovviamente dato voce alle mille proteste dei gruppi umanitari internazionali.
Dopo la scelta di Museveni, l’amministrazione Usa afferma che Washington rivedrà al più presto le relazioni con l’Uganda, compresi i programmi di assistenza per contrastare la diffusione dell’Aids, ed avvierà una revisione interna dei rapporti con il governo ugandese in linea con le politiche anti-discriminatorie.
A seguito di tutte le proteste il portavoce del presidente ugandese, Ofwono Opondo, ha spiegato: «Il nostro Presidente ha deciso di promulgare la legge anti-gay durante la conferenza del partito National Resistance Movement. L’omosessualità è un comportamento sociale che non si relaziona alla genetica ed è quindi da sopprimere e da punire attraverso la legge. Non si tratta di una malattia, ma di un comportamento anomalo che può essere appreso con l’esperienza».
La legge anti-gay prevede l’ergastolo per i recidivi, vieta qualsiasi tipo di propaganda dell’omosessualità e rende obbligatoria la denuncia delle persone omosessuali.
L’omosessualità è vietata e duramente punita anche in molti Paesi africani (tranne che in Sudafrica) e, in Nigeria, la reclusione può arrivare fino a 14 anni. L’Uganda è però il primo Stato del continente che prevede l’ergastolo.
Le aree sotto controllo delle milizie Shabaab dove vige la legge islamica, in Somalia, puniscono invece l’omosessualità con la pena di morte.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian, un giornale ugandese ha pubblicato, all’indomani della firma del loro Presidente, una lista in prima pagina con il titolo “Scoperti!” che presenta con nome e cognome 200 “top gay” del Paese.
[Credits foto: towleroad.it]