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Categorie: Cultura News

Shakespeare in versione 2.0 per i lettori del XXI secolo

Published by
Erika Barutello

Il gruppo editoriale Penguin Random House pensa in grande: nel 2016 pubblicherà la versione 2.0 dell’opera omnia di William Shakespeare. A quattrocento anni dalla morte, le opere del drammaturgo inglese saranno riscritte in versione moderna da grandi nomi della letteratura inglese contemporanea con l’intento di renderle più accessibili e comprensibili ai nuovi lettori.

Il Progetto internazionale si chiamerà “Hogarth Shakespeare” e vedrà impegnati grandi romanzieri del XXI secolo in quello che si preannuncia un punto di svolta epocale nella ricezione degli scritti del Bardo. Non un tentativo di migliorare il lavoro del più apprezzato e discusso drammaturgo di tutti i tempi, che accompagna studenti e appassionati lettori nella scoperta delle controverse passioni umane che qualche secolo dopo tratteggeranno l’uomo moderno, ma una sfida, già colta con entusiasmo dal premio Pulitzer Anne Tyler, che si occuperà della nuova versione de “La bisbetica domata“, dalla scrittrice canadese Margaret Atwood, impegnata a riscrivere la commedia “La tempesta“.

Lo scrittore inglese Howard Jacobson rileggerà la commedia “Il mercante di Venezia“, mentre “Racconto d’inverno” sarà rielaborato dalla connazionale Jeanette Winterson, che per la scelta del testo non ha avuto esitazioni: «Tutti noi abbiamo un testo-talismano che ci portiamo dietro e che ci guida. Ho avuto a che fare con il Racconto in diverse occasioni nel corso degli anni. Questa volta ho l’opportunità di concentrarmi totalmente sul testo. E poi amo le riscritture». Per riscrivere “Macbeth” in chiave crime noir è stato scelto un esperto del genere: lo scrittore norvegese Jo Nesbo, tra i più celebri autori scandinavi di polizieschi.

«Stiamo lasciando carta bianca agli autori» ha dichiarato Clara Farmer, direttore editoriale di Hogarth «Abbiamo parlato dell’opportunità di seguire lo spirito delle opere ma non vogliamo costringere gli autori in schemi troppo rigidi. Ci interessa l’immaginazione, la reinterpretazione secondo diversi punti di vista. Proprio ciò che faceva Shakespeare con le storie alle quali si ispirava per i suoi drammi».

Dunque, dopo i più o meno fedeli adattamenti cinematografici e teatrali, il mondo della carta stampata non vuole essere da meno. Ma non c’è il rischio di privare i lettori del futuro della bellezza e unicità del linguaggio di Shakespeare, così volutamente ambiguo e pieno di nuove sorprese? Non c’è la presunzione di approcciarsi al lettore del XXI secolo come a un lettore troppo inesperto e poco incline a comprendere la complessità del vocabolario shakespeariano?

I dubbi sono molti, ma per scioglierli occorre un po’ di pazienza. La serie “Hogarth Shakespeare” verrà lanciata nel 2016 simultaneamente in tutto il mondo, in formato cartaceo, digitale e audio.

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Erika Barutello