L’Istat ha reso noto il dato di gennaio relativo al tasso di disoccupazione che è pari al 12.9%, con un aumento dell’1,1% rispetto ai dodici mesi precedenti.
L’aumento colpisce maggiormente i giovani e l’incidenza dei disoccupati tra i 15 ed i 24 anni è pari all’11% in aumento dello 0,8% rispetto allo scorso anno.
Inoltre, il tasso di disoccupazione della fascia 15/24 anni, ovvero la quota dei disoccupati su quelli occupati o in cerca è pari al 42,4% con un aumento di ben 4 punti sullo scorso anno.
Dati davvero allarmanti che hanno subito richiamato l’attenzione del neo premier Matteo Renzi che su Twitter commenta: «La disoccupazione è al 12,9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perchè il primo provvedimento sarà il Jobs Act».
Le riforme previste dal governo Renzi dovrebbero creare occupazione e migliorare le condizioni del mercato del lavoro. Il Job Act individua sette settori che dovrebbero offrire nuovi posti di lavoro: cultura, turismo, agricoltura e cibo; made in Italy; ICT; Green Economy; Nuovo Welfare; edilizia; manifattura.
Altro punto cardine del Job Act sarĂ la riduzione delle oltre 40 forme contrattuali esistenti fino a giungere ad un unico contratto di inserimento a tempo indeterminato con tutele crescenti.
Nei piani del Governo ci sono anche le agenzie di formazione che saranno obbligate a dar conto on line ed ex post di ogni spesa per la formazione effettuata tramite denaro pubblico e sottoposte a criteri di valutazione meritocratici, con pena della cancellazione dagli elenchi in caso di mancati risultati.
Ultimo punto è la creazione di un’Agenzia Unica Federale per il coordinamento dei Centri per l’Impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
Naturalmente si tratta di una bozza che sarĂ rivista e rivalutata prima di essere messa sul tavolo.