Grazie alla decisione del Presidente Putin di interrompere le esercitazioni delle truppe in Crimea le borse europee hanno registrato ieri un risultato positivo.
A questo punto, però, i mercati si trovano di fronte ad un bivio: quello del miglioramento della crisi diplomatica e quello di un suo peggioramento che comporterebbe conseguenze significative nell’economia mondiale.
In caso di una soluzione della crisi l’Ue, nonostante la situazione ucraina sia a rischio default, sarebbe disposta a concedere un finanziamento di venti miliardi di euro, sostegno che potrebbe arrivare anche dal Fondo Monetario Internazionale spalleggiato dagli Stati Uniti.
In caso di peggioramento della crisi politica, invece, ci sarebbe il rischio concreto di un aumento dei prezzi delle materie prime a causa della mancanza di gas proveniente dalla Russia.
Questa condizione, associata al fatto che solo in Arabia Saudita ci sono ancora possibilitĂ di attingere alle materie prime energetiche inutilizzate, comporterebbe un aumento consistente dei prezzi di gas e derivati.
Un aumento che andrebbe a colpire i Paesi europei già provati dalla crisi e che potrebbe dar luogo ad un fenomeno di stagflazione in cui ad un aumento del costo della vita si associa una stagnazione dell’economia.
Problema ben più grave della temuta deflazione, cioè la discesa generalizzata dei prezzi.