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Categorie: Cronaca News

Baby squillo, fra i clienti indagati anche il marito della Mussolini

Published by
Giulia Papapicco

Venti i clienti inseriti nel registro degli indagati per favoreggiamento della prostituzione minorile. La vicenda risale ad ottobre e aveva suscitato un grande clamore, soprattutto mediatico: due ragazze minorenni, baby squillo, che si prostituivano nel quartiere della Roma bene, i Parioli. Ieri la notizia apparsa su Repubblica, Messaggero e Mattino, che anche il marito della signora Alessandra Mussolini è indagato.

Mauro Floriani, ex ufficiale della Guardia di Finanza, da quasi vent’anni ai vertici delle Ferrovie dello Stato, si è autodenunciato. Presentatosi alla caserma dei Carabinieri ha affermato che il suo numero telefonico poteva essere tra quelli intercettati durante le indagini. Non sapeva però che i militari avevano già il suo nome. Floriani ha negato ogni rapporto – senza spiegare il perché della presenza del suo numero nelle intercettazioni – con le ragazze, ma comunque il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Cristiana Macchiusi lo hanno iscritto nel registro degli indagati. Eccesso di zelo o la tesi difensiva non convince?

I risultati raggiunti derivano dallo screening dei tabulati telefonici delle due ragazzine, al vaglio degli inquirenti da diversi mesi. Per quanto riguarda i venti indagati, che rischiano una pena che va da uno a sei anni di reclusione, la loro posizione è piuttosto grave: l’accusa che gli si rivolge è che erano a conoscenza della minore età delle due ragazze.

Questo caso, come quello piú recente scoppiato a Ventimiglia e dalle molte, volute e studiate, somiglianze fa crescere un dibattito lecito: la notizia nasce e fa scalpore per la minore età delle due ragazze che si prostituivano volontariamente. Dall’altro lato però ci sono degli uomini che, pur consapevoli dell’età delle due giovanissime, hanno agito comunque. La provocazione “verbale” è: dobbiamo chiamarli pedofili? Forse la risposta la si avrà in tribunale. In attesa, sia il procuratore aggiunto sia il pubblico ministero sono donne.

[credits foto: Oggi]

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Giulia Papapicco