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Cronaca

Saluto romano a scuola: studenti sospesi e obbligati a studiare la Resistenza

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Redazione

Tra i giovani si sta diffondendo una moda alquanto inquietante: quella di dichiararsi apertamente fascisti, di tatuarsi croci celtiche e di inneggiare il Duce qua e là come se l’Italia non ne abbia già passate abbastanza sotto la dittatura nazifascista. Tuttavia, dopo tanto silenzio e una legge sull’apologia di fascismo puntualmente rimasta disattesa, a Cuneo, gesti del genere sono stati denunciati sul serio.

Un gruppo di studenti del liceo De Amicis di Cuneo, infatti, è stato sospeso per sei giorni dalle lezioni scolastiche ed è stato obbligato a studiare la storia della Resistenza e il sacrificio di migliaia di partigiani proprio per aver fatto il saluto romano a scuola. I ragazzi, dopo essersi messi in fila durante l’intervallo, hanno inscenato il saluto romano dinanzi ad un manifesto di “Lager SS”, una mostra fotografica messa su nell’aula magna della scuola e naturalmente dedicata a tutte le vittime della Shoah.

Dalla ricostruzione è venuto fuori che gli studenti, approfittando dell’assenza degli insegnanti, abbiano fatto il saluto fascista davanti a quel manifesto; peccato però che un altro ragazzo li stava riprendendo col cellulare e che quel video, nel giro di poche ore, sia finito su decine e decine di cellulari. Fino ad arrivare alla preside Mariella Rulfi, che dopo essersi consultata col Consiglio di classe ha deciso di dare il via ad una punizione seria.

I quattro studenti sono stati sospesi per sei giorni, ed in quei giorni, anziché starsene a casa, sono stati obbligati a visitare l’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e a studiarsi la Seconda Guerra Mondiale, esaminandone tutti i risvolti, dalle leggi razziali all’olocausto fino alla campagna di Russia. Dopo di che sono stati portati in visita alla comunità Emmaus di Boves, dove hanno potuto constatare da vicino l’impegno sociale e la solidarietà che molte persone spendono a favore dei più poveri. Infine, i quattro sono stati portati in un centro di accoglienza straordinaria di migranti e richiedenti asilo, così da fargli conoscere in prima persona le tragedie che si nascondono dietro le vite delle persone che fuggono dai loro Paesi di origine.

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