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Tecnologia

Google Chrome, l’impronta per proteggere i dati inseriti in automatico

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FrancescoDV

Chrome, il browser di Google, permette di rafforzare con l’impronta digitale la funzione di autocompletamento dei dati per i pagamenti.

Una tra le funzionalità più usate sui browser dei computer personali è quella che salva in automatico i dati da inserire nei moduli da compilare online. Benché molto comoda comporta tuttavia una serie di rischi di sicurezza, specialmente nel caso di computer condivisi. Altre persone possono in seguito avere accesso alla casella email o all’account del servizio a cui aveva avuto accesso l’utente del pc che li aveva preceduti.

E proprio per ridurre notevolmente questi rischi, nel caso dei dati necessari a completare pagamenti su Internet, è solitamente richiesto l’inserimento del codice CVC. È quello riportato sul retro della carta di credito o di debito da utilizzare. Quel campo non è generalmente salvato dal browser, proprio per ragioni di sicurezza. Ma per rafforzare ulteriormente queste difese Google ha introdotto in Chrome una nuova funzione.

Gli utenti potranno a loro scelta aggiungere la verifica dell’impronta digitale agli attuali metodi di convalida dei dati da inserire per i pagamenti. Sarà ancora richiesto inserire il codice CVC almeno una prima volta, prima di utilizzare una carta di credito per effettuare un pagamento online. Ma chi lo desidera potrà a quel punto scegliere se attivare in alternativa la verifica tramite rilevazione del dato biometrico, nel caso di dispositivi dotati di strumenti per rilevare l’impronta (principalmente smartphone e tablet).

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Chrome, i vantaggi del riconoscimento dell’impronta

(Pixabay)

La nuova funzione implementata da Google su Chrome darà agli utenti la possibilità di fare a meno di ricordare a memoria il codice CVC della carta o di doverla tirare fuori ogni volta che c’è da fare un pagamento online. Lo stesso meccanismo di riconoscimento dell’impronta funzionerà, a discrezione dell’utente, anche al momento di salvare eventuali password, in modo da non doverle poi ogni volta inserire manualmente.

Non dover ricordare a memoria le password, nelle intenzioni degli sviluppatori, dovrebbe di conseguenza permettere di utilizzare password più elaborate. Gli utenti potrebbero inoltre sceglierne più facilmente una diversa per ogni servizio, senza il bisogno di ricordarle tutte.

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