A ridosso delle elezioni presidenziali di novembre arriva la prima pena di morte inflitta ai danni di un afroamericano nellâera Trump.
Continua a tener banco la discussione sulla pena di morte in Usa. La âpatria della democraziaâ che ancora oggi detiene questo nome che di vero non ha proprio nulla. Un nulla che si evince dalla solita e sempre presente domanda: può una nazione, che si ritiene âdifensore della libertĂ â, uccidere con il consenso dello Stato un uomo o una donna? Su questo andrebbe applicata una lunga riflessione, non tanto per condannare gli Usa, ma per capire se davvero, ad oggi, possono definirsi tali: difensori della libertĂ , forse, di uccidere.
Pena di morte e vendita dâarmi al âbancone del pesceâ. Sono questi i tempi che, negli ultimi anni, sono stati a cuore (piĂš o meno) alla popolazione americana, forse, o quasi sicuramente, non ai loro presidenti. La pena di morte è sicuramente un aspetto molto oscuro che ancora si aggira su una societĂ che si dice essere allâavanguardia. Sono molte le associazioni che in America si battono per depennarla dalle legge. Ad oggi, però, molti Stati la applicano ancora, senza pensare minimamente alle conseguenze che tale operazione produce nella coscienza collettiva.
Parlarne fa bene, sempre. Le azioni politiche, e non solo, volte a cambiare o ribaltare gli schemi allâinterno di societĂ insipide e privi di ogni sentimento umano, sono partite, sempre, dalla parola. Da qualcuno che cerca di scuotere le coscienze, non come singole, ma come collettivo. Certo che, alle parole devono poi corrispondere i fatti. E per ora, i fatti, ancora non si son visti.
CosĂŹ, nelle ultime ore, è arrivata lâuccisione del primo afroamericano nellâera Trump attraverso la condanna a morte dopo un lunga prigionia. Il nome del quarantenne, a cui è stata inflitta unâiniezione letale, è Christopher Vialva. Uccisione nel carcere di Terre Haute, nellâIndiana. Ă la settima volta che la pena di morte viene eseguita negli Stati Uniti dâAmerica da inizi luglio. Numero davvero spaventoso. E la prima volta su un detenuto afroamericano da quando è stata ripristinata dallâamministrazione Trump. Vialva era stato condannato a morte per un duplice omicidio commesso nel lontano 1999, quando aveva 19 anni.