Ennesimo caso di pedopornografia online. Nella mattinata di oggi le forze dell’ordine hanno sgominato una rete di pedofili che si scambiavano video e foto su canali di messaggistica instantanea.
Altre denunce e altri arresti per pedopornografia online. Non è il primo caso quest’anno in cui le forze dell’ordine e la polizia postale in primis sgominano una banda di pedofili che, online, si scambiano foto e video di minori tramite canali di messaggistica istantanea. Nell’occhio del ciclone c’è sempre Telegram, un’app relativamente recente e che gode di minore controllo rispetto al più famoso Whatsapp.
Nella mattinata di oggi sono stati arrestati molti membri delle chat in cui venivano condivise foto e clip che ritraevano minori. Le indagini sono state condotte in 16 province e ha portato a perquisizioni, arresti e denunce di 16 soggetti.
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Telegram negli ultimi anni è diventato il canale di messaggistica istantanea più utilizzato per scopi illegali. Sull’app, tramite la quale si scambiano anche prodotti protetti da diritti d’autore (come libri e giornali), e sul suo scarso e debole controllo fanno affidamento i pedofili per scambiarsi materiale pedopornografico.
In questo caso in particolare i video ritraevano abusi su minori e venivano condivisi tra i membri della chat di Telegram. 16 persone in totale sono state arrestate dopo il monitoraggio e l’individuazione della polizia postale: molti di questi avevano già dei precedenti penali per reati dello stesso tipo. L’accusa, per tutti, è quella di di divulgazione, cessione e detenzione di ingente quantità di immagini video e foto pedopornografiche. L’indagine è stata disposta dalla Procura di Venezia.
L’ultimo caso simile si era verificato all’inizio di agosto, quando le indagini portarono alla denuncia e all’arresto di 9 persone, di cui il più anziano aveva 55 anni e il più giovane 19. Tra i reati quelli di divulgazione, cessione, detenzione di materiale pedopornografico e per istigazione a delinquere aggravata.