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Cronaca

Disabile positiva al Coronavirus violentata: incinta, ma di chi?

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Fabiana Boccanfuso

Sicilia, una disabile risultata positiva al coronavirus e violentata in un centro di cura è incinta e il padre sarebbe il suo aggressore. 

Polizia-Getty

Siamo in Sicilia, in provincia di Enna, una disabile risultata positiva è stata violentata nel centro di cura durante il lockdown. La polizia ha fermato e arrestato il suo aggressore, si tratta dell’operatore socio-sanitario dell’Oasi di Troina. Il 37enne avrebbe abusato della giovane donna durante il lockdown. In questi giorni si è scoperto che la ragazza è incinta. I primi sospetti sono ricaduti subito sull’operatore, la polizia ha quindi dovuto provvedere a fare i primi accertamenti del dna.

Da una prima comparazione del dna dell’indagato e del feto della ragazza, il padre risulta essere il suo aggressore. La comparazione è stata possibile grazie ad una moderna tecnologia.

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Giovane disabile, violentata in lockdown, incinta del suo aggressore

Violenza (fonte pixabay)

Una giovane disabile, risultata positiva al coronavirus, era stata violentata nel centro di cura durante il lockdown. La ragazza è rimasta incinta e il padre sarebbe il suo aggressore. La vicenda è davvero tragica, ci troviamo ad Enna in Sicilia. Il 7 ottobre la polizia aveva fermato l’operatore socio-sanitario che lavorava nell’Oasi Troina, con l’accusa di aver violentato la giovane. Dopo aver saputo la notizia della gravidanza, la polizia ha disposto una comparazione del dna dell’indagato e del feto.

La comparazione è stata resa possibile grazie ad una nuova tecnologia. Grazie a questa moderna tecnica è stato possibile estrapolare il dna del nascitura dagli esami del sangue eseguiti sulla madre e la compatibilità è del 99%. La polizia aveva già fermato il sospetto che aveva confessato la violenza sessuale ai danni della disabile. La Procura aveva acquisito due perizie di due esperti, una psicologo e una neuropsichiatra, entrambi hanno confermato l’incapacità della disabile a dare il suo consenso a un rapporto sessuale. L’ipotesi investigativa che prende sempre più piedi è quella di una violenza reiterata nel tempo.

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