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Adozione negata alle coppie gay: la decisione del Paese scatena il caos

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Federico Pontillo

L’Ungheria di Viktor Orban ha deciso di vietare l’adozione alle coppie gay con un emendamento alla Costituzione: la decisione scatena il caos.

Il presidente ungherese Viktor Orban (Getty Images)

Il riconoscimento delle famiglie arcobaleno, cioè quelle formate da genitori dello stesso sesso, è uno degli argomenti più scottanti di questi anni. Nonostante numerosi studi internazionali che hanno dimostrato come non ci siano differenze tra genitori eterosessuali e genitori LGBTI, l’opposizione è ancora forte. L’Unione Europea però si sta impegnando per garantire a tutte le famiglie il diritto al riconoscimento e alle tutele legali previste.

C’è però un paese europeo che, invece di fare passi avanti, ha deciso di fare un passo indietro. L’Ungheria infatti ha deciso di vietare per Costituzione l’accesso all’adozione per le coppie gay e le persone LGBTI in generale. La controversa riforma, approvata martedì dal Parlamento ungherese controllato dal partito Fidesz di Viktor Orban, riformerà quindi la legge fondamentale del paese. Verrà così introdotto il concetto secondo cui “il padre è maschio e la madre è femmina”.

Una precisazione decisamente evitabile e dannosa, che limiterà i diritti delle persone omosessuali e trans in Ungheria. Per questo motivo le associazioni LGBTI ungheresi e internazionali hanno sollevato grandissime polemiche sulla decisione dell’Assemblea nazionale. La critica più feroce è sulla legittimità del provvedimento: questa riforma infatti passerà insieme alle leggi per contrastare l’epidemia di coronavirus.

Non solo le adozioni alle coppie gay: Orban cancella le persone trans

Il presidente ungherese Viktor Orban (Getty Images)

La politica omotransfobica e conservatrice di Viktor Orban, che con il suo partito controlla l’Assemblea nazionale ungherese, non cancella solo le adozioni per le coppie gay. Nella riforma della Costituzione infatti il partito ha inserito anche una controversa definizione di genere, che ora è sovrapposto al sesso biologico. Questa definizione è datata e scorretta: anche le maggiori associazioni internazionali che si occupano di psicologia hanno criticato la scelta.

Questa riforma della Costituzione vieterà alle persone trans l’accesso al percorso medico, che è indispensabile per vivere liberamente la propria vita. Si tratta in generale di una riforma della legge fondamentale ungherese in chiave fortemente discriminatoria e retrograda, che causerà probabilmente una reazione molto forte dell’UE. Non si tratta purtroppo dell’unico paese europeo in questa situazione. Anche la Polonia vive problematiche simili: nel paese ad essere sotto attacco sono i diritti riproduttivi delle donne, come l’aborto e l’accesso alla contraccezione.

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Federico Pontillo