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Turchia, giornalista condannato a 27 anni di carcere per spionaggio

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Federico Pontillo

In Turchia un tribunale ha condannato il giornalista Can Dundar a ben 27 anni di carcere: l’accusa per l’uomo è di spionaggio.

Il giornalista turco Can Dundar (Getty Images)

Il giornalista turco Can Dundar ha ricevuto una condanna a 27 anni di detenzione con l’accusa di spionaggio. La sentenza arriva al termine di un processo che ha tenuto alta l’attenzione internazionale: il giornalista in più occasioni infatti ha criticato l’operato di Erdogan. Nello specifico ha ricevuto due condanne: una a 18 anni e 9 mesi per rivelazione di informazioni a scopo di spionaggio, l’altra a 8 anni e 9 mesi per sostegno al terrorismo.

Il motivo principale dietro le accuse a Can Dundar risale al 2015. Alla fine di quell’anno infatti il suo giornale ha pubblicato il video di un camion dei servizi segreti di Ankara che si recava in Siria. Lo scopo secondo il giornale era quello di rifornire di armi i terroristi dell’ISIS. Il presidente turco Erdogan aveva più volte attaccato il giornalista, sostenendo che avrebbe pagato “un caro prezzo per il suo operato. Così l’uomo ha trascorso 92 giorni in prigione, prima della decisione della Corte Costituzionale turca che ne ha decretato il rilascio.

In seguito Dundar ha dovuto lasciare il paese dirigendosi in Germania. Erdogan lo ha infatti accusato di essere un sostenitore del fallito colpo di stato del giugno 2016: da lì l’accusa di sostegno al terrorismo che oggi lo vede condannato. La condanna per giunta ha avuto luogo in contumacia, cioè senza la presenza dell’imputato.

Turchia, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo annulla una sentenza

Il leader curdo Selahattin Demirtas (Getty Images)

La sentenza contro il giornalista Can Dundar rientra in quadro di forte repressione portato avanti dal presidente della Turchia Recep Tayyp Erdogan. Il paese infatti vive una forte censura da parte dello Stato, che secondo la Costituzione può limitare la libertà di espressione dei cittadini in caso di sentimento antipatriottico o di esaltazione del terrorismo.

Recentemente però la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è pronunciata contro una sentenza di un tribunale turco ai danni del leader curdo Selahattin Demirtas. La CEDU infatti ha sostenuto che il tribunale ha violato i diritti umani del leader dell’opposizione, e ne ha chiesto l’immediato rilascio. Immediata la risposta di Erdogan, che ha chiesto alla CEDU di non intervenire nella politica turca su cui non vanterebbe alcun diritto.

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Federico Pontillo